Dopo giorni in cui il numero di contagi giornaliero aveva fatto registrare un calo, ieri negli Stati Uniti si è registrato un nuovo record di casi: in 24 ore sono stati certificati 60.209 positivi, secondo i dati diffusi dalla Johns Hopkins University. Numeri che non hanno impedito al presidente Donald Trump di dichiarare, con oltre 3 milioni di infezioni e oltre 131mila morti dall’inizio della pandemia, che negli Usa “il tasso di mortalità è sceso di dieci volte” e dirsi in disaccordo con le parole del capo della task-force anti-Covid, Anthony Fauci, che nelle scorse ore si era detto preoccupato per la situazione negativa nel Paese.
Con le elezioni presidenziali di novembre che si avvicinano e i sondaggi sempre più sfavorevoli, Donald Trump deve ancora gestire il dossier coronavirus che, dai numeri diffusi quotidianamente dagli istituti di ricerca, avanza senza sosta in tutto il Paese. Dopo aver rilasciato dichiarazioni in controtendenza rispetto ai dati sui contagi, punta di nuovo il dito contro il virologo in Chief, Anthony Fauci, reo di aver commentato la situazione sanitaria americana sostenendo che il Paese “è ancora impantanato nella prima ondata“: “Nel nostro Paese siamo in un buon posto, non sono d’accordo con lui”, ha replicato in un’intervista il tycoon che poi ha contrattaccato sostenendo che “il dottor Fauci aveva detto ‘non indossate le mascherine‘ e ora dice di indossarle, aveva detto di non chiudere alla Cina mentre io l’ho fatto ugualmente. Non ho ascoltato i miei esperti e ho vietato l’ingresso alla Cina. Se non l’avessi fatto oggi staremmo peggio. E invece abbiamo fatto un buon lavoro“.