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Il Giro d’Italia ricorda il Grande Torino.

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Mancano ancora 203 giorni, tutto il tempo per riporre la giornata di oggi nell’archivio delle notizie, pronti per ripescarla al momento opportuno, superato l’inverno nel pieno della nuova stagione ciclistica. Già perché il 2023 è ai suoi titoli di coda, ma intanto il pensiero per il prossimo anno ha iniziato a farsi strada tra l’attualità sportiva. Al Festival dello Sport si pensa al prossimo 4 maggio, al giorno di avvio del Giro d’Italia, che se nel 2023 venne battezzato sulla Costa dei Trabocchi, il 2024 si alzerà il sipario con un tributo che già oggi possiamo definire commovente, un tributo al Grande Torino.

Il Giro d’Italia

Il Grande Torino: la tragedia del calcio

Secondo Giorgio De Chirico “Torino, è la città più profonda, più enigmatica, più inquietante, non dell’Italia, ma del mondo”. Gli aggettivi usati dal pittore metafisico sono straordinariamente accurati perchè la città del Piemonte riesce in un sol colpo a unire la storia e la tragedia dello sport italiano. Oggi nel calcio la Juventus, che non perde un derby contro i granata dal 2015 (2-1 decise Quagliarella), ha preso le chiavi della città e non ha nessun intenzione di lasciare il suo ruolo da protagonista del campionato italiano, cosa che il Toro non riesce a ricoprire ormai da decenni. Una volta era tutto diverso, in un mondo profondamente diverso da quello moderno il Torino era costantemente al vertice della classifica, festeggiava un campionato dopo l’altro, ma gli anni Quaranta del Grande Torino finirono il 4 maggio 1949 quando la squadra rimase per sempre in trasferta (come scrisse Indro Montanelli sul Corriere della Sera).

Basilica di Superga

“Nel grande Stadio del Cielo Mazzola passa a Gabetto e se gli cade il pallone arriva in città”, il cantautore Filippo Andreani ha immaginato di spiegare ad un bambino perchè dopo quel 4 maggio, non sentirà più parlare dei suoi eroi, dei suoi campioni d’Italia del dopoguerra che è come se giocassero in trasferta. In quel pomeriggio perse la vita l’intera squadra del Grande Torino in un incidente aereo dalle dinamiche macabre ed inquietanti: il velivolo venne avvolto dalla nebbia, il forte vento di libeccio da sud-ovest aveva circondato la città di nubi e piloti furono costretti a volare alla cieca. Scelsero attentamente la rotta basandosi sul radiofaro di Pino Torinese, ma un probabile difetto all’altimetro di bordo stroncò per sempre la vita dei giovani campioni del Torino; i piloti pensavano di essere a 2000 metri di altezza, quando invece si trovavano a soli 600 metri e l’aereo colpì il terrapieno della basilica di Superga. Il boato dello schianto lasciò presto spazio al silenzio, alla pioggia e alle lacrime di una città orfana dei suoi giovani Campioni.

Passo dello Stelvio

Giro d’Italia: il percorso 2024

Quel 4 maggio non sarà mai dimenticato e il Grande Torino rimane ancora un modello planetario. Bacigalupo divenne un riferimento per ogni portiere, lo stesso dicasi per Rigamonti per i difensori- a lui è intitolato più di uno staio in Italia-; mentre Mazzola iniziò ad essere considerato un simbolo del calcio a tal punto che in Brasile Josè Altafini venne soprannominato col suo cognome. Oggi si ricordano i campioni degli anni Quaranta, e quando nel 2024 il Giro d’Itlaia prenderà il via proprio il 4 maggio all’ombra della collina tragica, più di un pensiero e di un ricordo verrà dedicato a quella squadra che a Superga ha interrotto la sua storia. La corsa rosa 2024 terminerà ancora a Roma, ricordando non solo il Grande Torino, ma anche con la tappa tributo a Pantani che arriverà in salita ad Oropa già nella seconda giornata. Saranno due le cronometro, a Perugia e sul Lago di Garda, importanti occasioni per gli uomoini di classifica di colorarsi di rosa, ma l’idea che la tappa decisiva possa essere quella dello Stelvio (cima Coppi), più che lo sterrato di Rapolano Terme, è concreta. Partire da un ricordo per arrivare alla gloria, sarà il Giro 2024.

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