IQ.26/11/2102 – Tante persone si rifiutano di portare l’apparecchio acustico anche se non sentono bene; in Italia sono 7 milioni le persone con problemi di udito, ma vi ricorre appena il 20% di questi.
Passano 10 anni fra i primi sintomi di deficit dell’udito e l’applicazione dell’apparecchio acustico, oggi sempre più discreto ed efficace.
L’Italia è in estremo ritardo nei confronti del resto d’Europa, dove la percentuale dei pazienti con deficit che portano l’apparecchio sale ben oltre il 40% rispetto al nostro 20%.
Eppure non sentire significa tagliarsi fuori dal mondo, correre rischi, avere una qualità di vita scarsa. Manca innanzitutto un’adeguata informazione da parte del medico di medicina generale. Sarebbe auspicabile, per riuscire a fare una vera prevenzione, indirizzare ai controlli adeguati la popolazione e soprattutto i pazienti che riferiscono di sentire ronzii o che si accorgono di aver necessità di farsi spesso ripetere le parole. Non mancano neppure seri rischi: guidare l’auto senza un udito perfetto aumenta il pericolo di incidenti.
Ancora oggi tuttavia l’apparecchio acustico è visto e vissuto come qualcosa di invasivo, meno comodo dell’occhiale anche se non è più così: i prodotti odierni sono semplici da usare e leggeri, possono arrivare a pesare appena un grammo ed essere praticamente invisibili.
Ogni anno in Italia vengono applicati 350 mila apparecchi acustici per circa 240 mila pazienti. Ricordando che costa molto meno rimediare a un difetto uditivo che gestire pazienti con ipoacusia “non rimediata”: si stima infatti che la sordità in Europa costi circa 280 milioni di euro l’anno, mentre per dare il giusto apparecchio acustico a ciascun paziente bastano 80 milioni.
(Fonte H24 – HealthDesk )