Il 5 marzo 1943 nasceva un grande artista e cantante: Lucio Battisti. Oggi avrebbe compiuto 70 anni e la sua assenza si sente sempre più. Schivo, riservato, timido ma straordinariamente bravo. Una ritrosia verso le interviste e i giornalisti motivata così dallo stesso Battisti: “Un musicista, se la propria musica comunica ed emoziona realmente, non ha nulla da spiegare e null’altro da aggiungere a quello che si ascolta nei suoi lp”. Ci sono artisti, amati o no, che lasciano il segno nelle e delle cose che fanno.
Lucio Battisti è sicuramente uno di quelli che ha lasciato traccia nella storia della musica italiana. Anche dopo essere scomparso dalle scene, le persone hanno continuato ad amarlo per le sue canzoni e non per la sua esposizione mediatica. Ci sono artisti che non sono propensi a parlare di se stessi per carattere o diverse motivazioni. Per loro parla, appunto ciò che fanno o, in questo caso, quello che è stato fatto. Invece che le interviste, le apparizioni, le dichiarazioni ha preferito lasciar parlare la sua musica. E se, ancora oggi, giovanissimi, conoscono le sue canzoni, vuol dire che la sua è un’arte che va al di là del tempo, dei gusti e delle mode. Scomparso prematuramente nel 1998 è uno dei pochi cantanti ad esser ricordato da tutti, grandi e bambini. Non c’è scampagnata senza “La canzone del sole”, amore e dolore, gioia ed emozioni, sono tutti sentimenti che possono esser accompagnati dalle sue canzoni, oggi come ieri. Lucio impara a suonare la chitarra da autodidatta e inizia a muovere i primi passi nel mondo della musica intorno agli inizi degli anni ’60. Christine Leroux, editrice musicale della casa discografica Ricordi, organizza un incontro tra Battisti e Mogol e tra i due nasce una collaborazione che porterà a canzoni memorabili e ad un successo incredibile. La forza dei loro brani sta nella semplicità con cui riescono ad arrivare al cuore e all’anima delle persone. Nel 1980 il lungo sodalizio si interrompe e, allo stesso anno, risale l’ultima apparizione televisiva di Battisti. Gli album successivi, quelli senza Mogol, non hanno lo stesso sapore di prima; è come se interrompendosi la collaborazione tra i due fosse svanita anche l’alchimia dei testi e delle musiche. Il 29 agosto 1998 Battisti viene ricoverato e il 9 settembre a soli 55 anni muore, lasciando un profondo vuoto. Nostalgia un po’ attutita dal tanto materiale che ci ha lasciato e che fanno sì che sia con noi ogni qualvolta lo vogliamo.