“Scusami, ma ci credo tanto che posso fare questo salto”, sembrano quasi rivolgere queste parole dei Maneskin i giocatori della Spagna ad uno sconsolato Toni Kroos e alla Germania intera. In semifinale ci vanno le Furie Rosse che in un incontro rocambolesco eliminano i padroni di casa a Stoccarda, uno stadio quasi interamente vestito di bianco (come le maglie dei tedeschi) che al numero 8 potrebbe aver anche ricordato vagamente la curva del suo Bernabeu. L’ultima passerella di Toni, che sognava di chiudere la carriera con una doppietta Champions-Europeo è più amara di quanto si possa immaginare, condizionata da sfortune e polemiche con un arbitro ormai abituato a ritrovarsi al centro del ciclone, quell’Anthony Taylor che ancora fa svegliare i tifosi della Roma con gli incubi per quanto accaduto nel 2023 a Budapest. I sogni dei tedeschi si infrangono al 119′, Kroos non riesce a prendere per mano definitivamente i ragazzi potenzialmente devastanti che si stanno affacciando al calcio della Germania: Musiala e Wirtz hanno dimostrato di possedere uno sconfinato talento, ma ciò non è bastato a prevalere sugli spagnoli. “Sarò felice senza calcio. Non ho paura del dopo perchè sono stato io a prendere questa decisione. Amo ancora questo gioco” erano state le parole di Toni alla viglia dell’incontro quando ancora aveva il 95% di passaggi completato nella competizione. La sua sconfitta certifica il successo della nuova generazione sui veterani; a lui si aggiungono le eliminazioni di Modric ai gironi e quella di Cristiano Ronaldo poche ore dopo Spagna-Germania. Nell’Europeo dei ventenni avanza la gioventù iberica trascinata dal più giovane di tutti, Lamine Yamal (16 anni) supportato da Nico Williams e Pedri (entrambi 21enni) e adesso proprio questi ragazzini, (anche in virtù di un’Inghilterra mai del tutto convincente e di una Francia che è in semifinale senza mai aver segnato neanche una rete su azione) sono i primi a credere di poter compiere il grande salto che li porterebbe al trionfo continentale.
Spagna-Germania, la cronaca della partita: è ancora polemica Taylor
Che per il direttore di gara Anthony Taylor non sarebbe stata una serata semplice lo si è capito fin da subito: dopo appena tre minuti Toni Kroos, proprio la star più attesa dell’intero torneo in quella che poi risulterà essere la sua ultima partita in carriera, entra in maniera scomposta su Pedri che è costretto a lasciare il campo per infortunio (aveva comunque avuto il tempo di arrivare al tiro in porta). L’arbitro inglese non se la sente di ammonirlo immediatamente, come non estrae nessun giallo neanche sul durissimo intervento di Nico Williams su Kimmich. La prima ammonizione arriva al 13′ nei confronti di Rudiger che (come Mittelstadr e Andrich) avrebbe saltato l’eventuale semifinale. Allo stesso modo anche gli spagnoli ricevono un giallo in difesa, Le Normand, anche lui assente in semifinale per squalifica. Questa digressione sulle irregolarità aiuta a capire il clima di una partita ricca di tensione agonistica. Nel primo tempo la Spagna è propositiva, ma è Havertz a sciupare l’occasione più ghiotta di testa. In apertura della seconda frazione ci pensa Morata a divorarsi la rete del vantaggio, aggiungendo rimpianti anche nelle file degli spagnoli, ma è solo questione di tempo per scacciare il temporale che rischiava di scatenarsi dopo l’errore del numero 9. Il fenomeno sedicenne Lamine Yamal ha la padronanza di gioco dei veterani, fa ciò che vuole con il pallone tra i piedi ed è suo il sopraffino assist per l’1-0 di Dani Olmo, lasciato troppo libero al centro dell’area dalla difesa teutonica. Nagelsmann cerca di aggiungere peso offensivo lanciando nella mischia una punta di ruolo come Fullkrug: l’attaccante del Dortmund è invece ancorato alla sfortuna e alle difficoltà. Due occasioni sprecate, neutralizzate da Simon e anche un palo colpito cadendo sono l’ossigeno che ha portato la Spagna in semifinale. Andando alla ricerca del miracolo inserendo Thomas Muller, Nagelsamnn trova la mossa vincente chiamando in causa Mittlestadt (nello stadio in cui ha contribuito a riportare lo Stoccarda in Champions) e Wirtz. Il terzino crossa per Kimmich che di sponda serve il fantasista del Leverkusen, pareggio all’89’, c’è aria di un terzo miracolo di questo europeo dopo quelli di Zaccagni con la Croazia (per l’Italia) e Bellingham contro la Slovacchia (per l’Inghilterra). A spengere i sogni ci pensa da una parte la polemica Taylor, dall’altra il gol al 119′ di Mikel Merino. Il direttore di gara non vede una parata di Cucurella in piena area di rigore, anzi fa il segno del braccio attaccato al corpo. Andando a caccia di scusanti per scagionare l’inglese si può contestare un presunto fallo di mano di Fullkrug nel controllo precedente, ma il Var doveva in ogni caso richiamare l’arbitro ad un’On Field Review; difficile sollevare la terna arbitrale da ogni responsabilità. La Spagna rimedia un’espulsione all’ultima azione ai danni di Carvajal, ma per il momento De La Fuente non se ne preoccupa: tra se e la Finale di Berlino il 14 luglio c’è “solo” la Francia.
Spagna-Germania, le pagelle
SPAGNA (4-2-3-1): Unai Simon 6.5; Carvajal 6.5, Le Normand 6/Nacho 5.5, Laporte 6, Cucurella 5; Rodri 7, Ruiz 7/Joselu 5.5; Yamal 7/Torres 5.5, Pedri SV/Olmo 7.5, Williams 6.5/Oyarzabal 5.5; Morata 5/Merino 7
GERMANIA (4-2-3-1): Neuer 6; Raum 5/Mittlestadt 6.5, Tah 5.5/Muller 6.5, Rüdiger 6, Kimmich 7; Kroos 6, Can 5/Andrich 5; Sanè 5/Wirtz 7.5, Gundogan 6/Fullkrug 5.5, Musiala 6.5; Havertz 4.5/Anton 6.