IQ. 06/10/2013- Le vicende politiche e giudiziarie di queste ultime settimane ci inducono sempre più a pensare a come la nostra classe dirigente possa superare un momento di grave crisi di ideali e soprattutto contenuti come questo.
Molte risposte probabilmente possono trovarsi nel passato della politica nostrana, politica legata a personalità del calibro di Moro o di Berlinguer, fautori principali del cosiddetto “compromesso storico”, un progetto che avrebbe dato una svolta epocale all’Italia, se ne fosse riuscita la effettiva realizzazione.
Proprio legato a questo argomento è stato un’ incontro organizzato dall’A.N.P.I(Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) presso il castello di Sant’Angelo Romano, al quale hanno preso parte tra gli altri, lo storico e senatore del PD Miguel Gotor, il Prof. Giovanni Bachelet ed il vicepresidente dell’A.N.P.I. Guerzoni.
Ad aprire il dibattito è stata invece l’On. Gregori ,che nel suo intervento ha sottolineato l’importanza della memoria storica e della resistenza nello sviluppo politico del paese, illustrando inoltre ai presenti il lavoro svolto in prima persona in Parlamento per contrastare ogni tipo di manifestazione di stampo fascista presente in Italia con l’intento di non rendere vano il sacrificio di migliaia di partigiani.
Ed è proprio partendo dall’antifascismo che si riescono a trovare poi le prime vicinanze tra il democristiano Moro ed il comunista Berlinguer, figure trattate in maniera molto accurata all’interno del dibattito partendo proprio da un intervento di Moro al congresso della DC del 1969. In questo discorso l’ex Presidente democristiano sottolinea la necessità di maggiore dialogo tra società politica e società civile, iniziando a parlare di unione di intenti tra realtà politiche diverse per un fine comune ad un partito che Moro stesso definisce arroccato su un castello chiuso nel quale vanno aperte le finestre per far si che entri il vento della vita. Queste parole, pronunciate ormai 43 anni fa, hanno un fortissimo profumo d’attualità e possono essere definite la base del “compromesso storico” e di conseguenza l’inizio dell’avversione nei confronti di Moro sia di coloro che diverranno suoi carnefici sia, forse, di qualche personaggio presente al momento di questo illuminante discorso.
Certo è che l’avvento di questo “vento della vita” fu possibile anche grazie alla presenza di un personaggio come Berlinguer, che seppe cogliere la vera essenza delle parole di Moro, iniziando ad andare incontro a Moro e alla DC per tentare una svolta decisiva. La storia, poi, ci racconta come le cose precipitarono con il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro, lasciandoci solo la facoltà di ipotizzare come sarebbero andate le cose in condizioni normali.
C’è chi dice che l’assassinio di Moro avvenne proprio per il timore che la realizzazione del compromesso potesse davvero cambiare le cose e c’è chi, come il vicepresidente dell’A.N.P.I. Luciano Guerzoni, sostiene che forse un progetto cosi’ complicato avrebbe trovato troppe difficoltà anche in caso di riuscita. Oggi, possiamo solo sperare che questo caotico intreccio rappresentante la politica Italiana, riesca a superare questa crisi “esaltando la propria responsabilità”, come disse Moro, e “traducendo in termini nuovi quel senso di sicurezza, di giustizia, libertà ed apertura verso l’avvenire”.