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Prezzi al Consumo- Gennaio 2014

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Nel mese di gennaio 2014, secondo le stime preliminari, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% rispetto al mese precedente e dello 0,7% nei confronti di gennaio 2013 (lo stesso valore registrato a dicembre).

A determinare la stabilità dell’inflazione sono, da un lato, l’accelerazione della crescita tendenziale dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti e l’ulteriore riduzione della flessione di quelli dei Beni energetici non regolamentati, dall’altro, i rallentamenti delle dinamiche inflazionistiche di gran parte delle rimanenti tipologie di beni e servizi, il più marcato dei quali interessa gli Alimentari freschi.

L'”inflazione di fondo”, al netto degli alimentari freschi e dei beni energetici, sale all’1,0%, dallo 0,9% di dicembre; mentre, al netto dei soli beni energetici, resta stabile all’1,0%.

Il rialzo mensile dell’indice generale è dovuto sia a fattori stagionali, che spiegano la crescita dei prezzi dei Vegetali freschi (+4,2%), sia agli aumenti congiunturali di buona parte delle altre tipologie di beni e servizi; a mitigare questo rialzo è il calo mensile dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-0,5%), anch’essi influenzati da fattori di natura stagionale.

L’inflazione acquisita per il 2014 è pari allo 0,2%.

Rispetto a gennaio 2013, il tasso di crescita dei prezzi dei beni scende allo 0,3%, dallo 0,4% di dicembre, mentre quello dei prezzi dei servizi sale all’1,1% (era +1,0% nel mese precedente). Pertanto, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia

di due decimi di punto percentuale rispetto a dicembre 2013.

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto aumentano dello 0,3% su base mensile e dell’1,1% su base annua (in attenuazione dal +1,2% di dicembre).

Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce del 2,1% su base mensile e cresce dello 0,6% su base annua, con

un rallentamento di un decimo di punto percentuale rispetto a quanto registrato a dicembre (+0,7%). La flessione congiunturale è in larga parte da ascrivere ai

saldi invernali dell’abbigliamento e calzature, di cui, come noto, l’indice NIC non tiene conto.

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