Buon pomeriggio cari amici della domenica….passata…..
Devo scusarmi con diversi amici che, convinti di trovare le loro poesie pubblicate, sono rimasti delusi nello scoprire che in realtà la nostra rubrica ieri non è stata neanche spedita.
Purtroppo il mio mal di testa mi ha tenuto a letto, idem per il dott. Brozzi che, appena uscito da un’influenza, non se la sentiva di leggere, di scrivere.
pertanto porgendovi le dovute scuse, approfitto della pagina dedicata solo al sonetto quotidiano del nostro caro maestro e oltre al suo, vi faccio leggere le altre poesie arrivate in redazione, mi raccomando ragazzi, molti di voi ne sono al corrente, usate pure la mia bacheca o i messaggi privati, pe chi non vuole farsi riconoscere, oppure la nostra redazione www.informazionequotidiana.it
I vostri scritti mi arriveranno comunque e verranno pubblicati, vi prego però di leggere anche il nostro giornale, sempre ricco di notizie, apolitico e molto essenziale, quanto basta per avere sempre un aggiornamento….quotidiano.
L’unico difetto del resta il nostro direttore, Pietro Bardoscia e la squadra di cui è tifosissimo…….scherzi a parte, vado a pubblicare tuti i vostri lavori, iniziamo con il primo, ce lo ha mandato Imelda:
All’Italia
Italia mia che ti immergi nell’antico mare
come dolce dormiente sul ciglio di una scia
protetta da corolle alpine di capelli avare
e una bianca spuma il corpo ti avvinghia.
Sol di te mi parla il cuore, terra da baciare.
Forte, coraggiosa, antica nei costumi, pia,
generosa, disponibile, accogliente, salutare,
ricca d’arte e di pensiero, hai dato il via,
indicato la strada all’Umanità in cammino.
Cosa sarà di te se alcun dei tuoi s’avanza
a dimenticar che quì è la storia, il destino
la memoria? Tu sei mia madre a oltranza
tu sei il faro, quella fresca luce che il Divino
ci ha donato per fuggire il buio e l’ignoranza.
Imelda Sabellico
Direbbero due nostri famosi attori: “Non ci resta che piangere”…..davvero notevole, la nostra amica sa farci alla grande, bel sonetto, complimenti, abbiamo ora uno scritto in vernacolo….campano:
SONO CIUCCIO
So’ nato CIUCCIO cu na capa tosta
E cumm’a tutti tengo nu padrone
che pe mme fa camminà lui mi batosta
con un nodoso lungo e bel bastone
tutt’e iurne s’adda faticà
sotto a varda ci aggio fatto o call’
po cibbo nun me pozzo lamentà
a sera dormo pure ind’a na stall’
sono peloso brutto e puzzolent’
cu e recchie longhe e cu na capa gross’
songhe rassegnato ..nun me lament’
e certi vvote faccio pure e moss’
infatti quanno vedo una…cumpagna
me vene voglia sempre di ragliare
pure si è na ciuccia di montagna
stu core mio mi fa nnammurare
piglio mazzate ma io aggia guardà
pure io conosco che cos’è o sentimento
e a notte sogno da putè abbraccià
e vivo pure io il mio tormento
quaccunno poi mi dice “ sei somaro!
E chisto appellativo che me piace
Mi fa diventare meno amaro
Chesta vita e mmerda e senza pace
C’è una cosa che mi tira sù
Sono stato scelto insieme a un bue
A riscaldare a nascita e Gesù
E siamo idolatrati tutti e ddue
In quel momento sono un asinello
Accarezzato anche dai …fedeli
Mi sento presuntuoso ed anche bello
Lo dico da sfacciato e senza peli
N’ata cosa che mi consola assai
È il fatto che di ciucci cumm’a mmè
Li trovi se ti giri e dove vai
Inutile spiegarvi poi il ..perché
Sono un ottuso e a tutti lo confesso
Però son CIUCCI tutti quei cretini
Che in testa a questa lista m’hanno messo
E mescoliamo asini e…. ciuchini
SABATO D’AMATO-
NOTA…………sono ciuccio ma mi consolo in quanto
Fra gli esseri umani mi trovo a mio agio
E indovinate perché????
quelle che avete letto sono quartine in rima alternata che il nostro amico ha concesso alla nostra attenzione
Passiamo al prossimo scritto dal giovane Ivan che non ha più intenzione di mancare al nostro appuntamento settimanale e di questo il dott. Brozzi ne va fiero, non gli sembra vero di aver trovato un altro discepolo:
La bicicletta
Tanti anni son passati
ma quì il tempo si è fermato,
i ricordi son tornati
perchè quì nulla è cambiato.
Le corse, il fiatone, sporcarsi di terra,
le mani e le ginocchia sbucciate,
il pallone calciato rasoterra,
il sole in faccia d’estate.
Ricordi quella strada?
Noi, solo noi in bicicletta,
le foglie ancor bagnate di rugiada,
una pedalata sino alla vecchia chiesetta.
Mamma non vuole che oltre si vada..
I nostri sogni finivan lì,
chissà che vita ci aspetta….
Ivan Vita
Caro Ivan, devo farti i miei complimenti, questa volta abbiamo anche le rime baciate ed ora leggiamo insieme un altro lavoro leggermente….contestatore, di chi insomma inizia a seguire le orme del Dott Brozzi:
GATTI e TOPI GENERALI
Per dare ai Gatti, nemici mortali,
una battaglia decisiva a oltranza,
i Topi convocati in adunanza,
scelti tra i roditori i più marziali,
li elessero per loro generali,
concedendo agli eletti, a loro istanza,
di adornarsi in questa circostanza,
di pennacchi, corna, medaglie e stivali
qual distinzione e segno del grado.
Ma quando i Topi sconfitti e inseguiti
Scapoarono infilando una fessura,
i generali invece, esterrefatti,
da questi vani ornamenti impediti,
furono presi e mangiati dai Gatti.
*** sarà stata la battaglia di Caporetto o quella ai confini tra Grecia e Albania dove qualche generale incitato dal Duce esclamò: romperemo le reni ai greci… pardon ai gatti – Mah!
Salvatore Ribilotta
A me piacciono molto queste rime baciate e alternate, però sapete bene cari amici che adoro i sonetti e, neanche a farlo apposta ne ho uno sfornato da un paio di giorni del nostro Doc:
Notte scura
Se sente in giro grand’apprenzione
intorno a st’appetibile Paese,
formaggio in scadenza ogni mese
infettatosi da la coruzzione!
Pe’ meno nasceva ‘na sedizzione,
ar tempo che s’apriveno le chiese,
‘che pe’ la fame tante vite spese,
godessero de sacra privazzione!
Ma ora che s’è rotto ogni freno
sò come vagoni all’impazzata,
“ mò chi jà farà a stoppà stò treno?”
Nun devi da penzà che ciò paura,
a vecchiaia n’é politicizzata…..
….è ‘a notte che se ‘sta fa’ scura……
Mario Brozzi
Non poteva mancare la poesia scritta dal nostro caro Jacopo che ci tiene in maniera particolare ad essere pubblicato e noi lo accontentiamo:
Insonnia
Quelle foglie romane e il fiume Tevere,
le belle turiste nel cuore di Trastevere.
Vecchi pomeriggi invernali in via del Corso,
e i ricordi di un bel passato ormai trascorso.
Occhi belli, dolci e sensibili in via Ostiense,
d’un diciassettenne di un quartiere lidense.
Lacrime di malinconia romantica e profonda,
grande insonnia e pensieri nella notte fonda.
Opocai
Come al solito prima di lasciarvi, vi faccio dono anch’io di uno scritto, anche se in questo periodo onestamente la mia vena poetica lascia a desiderare, perché finito di curare il libro di poesie del Dott. Brozzi, “Passeggiando tra le rime” mi stò dedicando allo studio dei stornelli del Sor Capanna e così ho provato a scriverne uno, naturalmente la metrica dei sonetti è differente, chi di voi ha impparato a contare le sillabe noterà che è formato da due quartine, laprima a rime alternate, la seconda a rime baciate e/o abbinate, per finire con un verso breve di cinque sillabe seguito da un endecasillabo. Per la musica….cercate di ricordarvela…..con quella sono proprio a “tera”….
Si ‘sto Governo dura ‘n antro poco
ce sbatteno ‘n galera tutti quanti.
Là se magna, se bbeve e costa poco
ce danno lo stipendio in contanti.
‘che se ‘n giorno semo troppi
ce pò nasce senza ‘nttoppi
la presunzione
de prenne tutti quanti ‘na penzione……
Un caro abbraccio virtuale a tutti miei cari lettori….ma un aiutino voglio darvelo, la filastroca che precede gli stornelli de Sor Capanna é:
DAJE DE TACCO, DAJE PUNTA,
QUANT’E BBONA ‘A SORA ASSUNTA.
TIRA LO SPAGO SPIGNI LA SEGA….
BBONA SERA, BBONA SERA…..