Buongiorno cari amici della domenica, il cielo qua a Latina si presenta con delle nubi sparse, ma sono sicura che più tardi uscirà il sole a riscaldarci, se così non dovesse essere, allora ci riscalderemo con i pensieri che ci hanno inviato i nostri amici poeti.
Iniziamo subito con una poesia che ha composto ieri Pino, non appena ha saputo di essere divenuto Nonno, egli è un amico d’infanzia mio e del Dott. Brozzi, abbiamo passato molto del nostro tempo migliore insieme ed è una persona estremamente dolce.
Ieri, non appena avuta la notizia, ho sentito telefonicamente Pino e devo dire che la sua felicità traspariva dal tono della voce, ma leggiamo la poesia che ha dedicato a suo nipote Francesco, l’ultimo arrivato di casa Paffi:
A Francesco
Da poco sei arivato ar monno
portannoce la gioia ‘n fonno al core.
Me dicono : “sei diventato nonno,
te senti ‘na persona già mijiore?”
“Mijiore nun lo so, ma certamente
c’ho core che me scoppia drento ar petto!!”
Poi cerco de nisconne’roicamente
‘na lacrima che scenne, ar cospetto
de ‘st’esserino che nun lo sa’ncora,
c’ ha stravorto a tutti l’esistenza.
E lo vorrebbe strigne fin da ora
nun sarebbe mai a sufficienza.
T’auguro ‘gni bene piccolino
ma soprattutto che ce sia ‘r destino
ad aiutatte sempre ner cammino.
Si nun te servo… resterò ‘n disparte
ma finchè posso, te sarò vicino!
E’ certo che sarò dalla tua parte!
Nonno Pino
Veramente bella non trovate amici cari? in questo caso Pino ha utilizzato quattro quartine prima di chiudere con le terzine, ma tutto perfettamente in endecasillabe. Ancora auguri Nonno.
Abbiamo, come ogni domenica anche Ivan che continua ad impegnarsi nei suoi scritti poetici ed ha promesso al dott. Brozzi che presto scriverà un sonetto come quelli con i quali ci allieta egli ogni giorno:
La notte
“Senti questo silenzio?
E’ la Notte
…il momento propizio per far parlare
i pensieri che il Cuore emette.
Sono quì da solo ad ascoltarmi,
raccolgo le idee di una giornata intera,
scrivo questa Poesia per esprimermi,
sperando che prima o poi Lei leggerà.
Pochi altri come me saranno svegli,
parleranno sottovoce anche loro,
alla mia mano che scrive non riesco a metter guinzagli,
prima dell’alba vorrei comporre un capolavoro,
le mie parole posso regalargli,
io vendo emozioni e ogni giorno miglioro.”
Ivan Vita
Il nostro giovane artista ce la sta mettendo tutta e dobbiamo ammettere che sta migliorando sempre più, ma passiamo al sonetto che ci ha scritto Stefano che, sempre graffiante, riesce a stupirci ogni volta:
Roma-Atalanta
Taddei, co Ljaijc e a triplicà Gervigno,
a ariccontà in un rigo er risurtato,
ma er gioco ch’hai prodotto e che c’è stato,
merita più de un rigo e un artro scrigno.
***
La Roma in lungo e largo ha dominato,
co un modo de giocà, pure che intigno,
che nun cià uguali, manco er gran “Murigno”
da tutti quanti adesso decantato.
***
Possesso palla senza precedenti,
‘na rete de passaggi lì in sequenza,
da stropicciasse l’occhi immantinenti.
***
Si quest’è l’annamento e la tendenza,
quelli davanti, bhé, stessero attenti,
a facce caso a la nostra presenza.
Stefano Agostino
Che dire….quando si scrive della magica…….soprattutto se vince……per la felicità mia e del Dott. Brozzi, un pò meno del nostro direttore Bardoscia…..
Andiamo a leggere ora una poesia del nostro amico Giulio:
POETAR DI SILENZI
Poetar di silenzi
tender l’orecchi al nulla
occhi mirati nel vuoto
versi senza tempo
senza spazio
senza senso
Poetar in silenzio
solo
nel buio dell’anima
in cerca di una rima
fosse anche la prima
Poetar con l’occhi chiusi
guidar lontano la mente
varcar ignoti confini
alla ricerca di nude verità
Poetar di silenzi
e dir nulla
Giulio Diurni
Il Dott. Brozzi è sempre più contento di trovare tante vostre poesie e notare che scrivere sta diventando il pane quotidiano di molti di voi allora inseriamo anche uno dei sonetti del nostro “maestro”:
“I sarvatori cor guanto!”
Quanno provi d’ammazzà la dignità,
ella, a guisa de novella sfinge,
s’arifardisce drento e te spinge
a regge tutto, puro la povertà.
Infatti si fai pe la comunità,
anche il ricco, povero se finge,
nun accettanno l’acqua pe nun minge,
poi pe pagà le tasse, per carità!
“Paghi chi pò e lo faremo Santo!
Ar neo-sarvatore dei peccatori
Je veranno ‘n dono preghiere e vanto.”
Sortite mò timidi sarvatori,
venite a infilavve er guanto,
date ‘na mano ai governatori!
Mario Brozzi
Come al solito, vi propongo un mio lavoro, che è stato uno di quelli che ho scritto seguendo “le orme” del nostro maestro e che ho inserito nella “Antologia dei poeti pontini”, quella che annualmente mandiamo in stampa con l’Associazione culturale “Nuova Immagine” di Latina che serve per raccogliere fondi da devolvere per l’acquisto di carrozzelle per disabili:
Er core
Bello amore mio che te ne sei annato,
se ripenso ar sentimento che t’ho dato…
Mò m’arimane de te er core sortanto
che tu m’hai lassato senza rimpianto.
Te lo custodirò cò tanto amore
anche se me sento drento ‘n gran dolore
….sai tesò, se potevamo evità ‘st’addio
camminavamo insieme mentre io
portavo er tuo e te er mio……..
Così quanno che arivevamo staveno già ‘nsieme
e me potevi evità tutte ‘ste pene.
Pensa che bello sarebbe stato,
noi insieme che annavamo all’ardilà
co li cori nostri che se faceveno
compagnia nell’eternità……
Comunque grazie pe ‘st’eredità
piena d’amore, angelo mio,
ma ‘n giorno non lontano,
dovrò lascià ‘sto monno puro io…..
Laura Cugini
E con questo ultimo scritto vi lascio deliziosi lettori augurandovi tanta pace in questa domenica delle palme.
Un abbraccio virtuale a tutti.