L’Istat presenta i risultati dell’indagine sulla conoscenza da parte dei consumatori italiani dei principali indicatori economici diffusi dall’Istituto, rtelativi a Pil, inflazione e disoccupazione. Tali risultati derivano dai quesiti posti in una sezione separata dell’indagine mensile sulla fiducia dei consumatori di aprile 2014.
La quota di consumatori in grado di esprimere un valore puntuale relativo all’andamento del Pil e al livello del tasso di disoccupazione risulta in forte crescita dal 2010 (rispettivamente da 19,9% a 56,2% e da 27,1% a 59,2%). La proporzione di coloro in grado di rispondere sul tasso di inflazione, in forte aumento tra il 2010 e il 2013, diminuisce invece nell’ultimo anno (da 32,4% a 26,4%).
Oltre la metà dei consumatori italiani (56,2%) esprime un valore circa l’andamento del Pil e indica in media un tasso di variazione di -0,3% per il 2013, rispetto al dato ufficiale Istat pari a -1,9%. La quota di coloro che non sanno dare una risposta è composta sia da persone che, pur senza conoscere il valore puntuale, hanno sentito parlare dell’argomento in TV, alla radio o dai giornali (23,1%), sia da chi non ne ha neanche sentito parlare di recente (19,0%).
Solo il 26,4% degli intervistati ha saputo fornire un valore per il tasso d’inflazione che è stato, in media, del +7,7% a fronte di un dato ufficiale di +0,4% per il mese precedente all’indagine. Sono la metà degli intervistati quelli che, anche non fornendo un’indicazione quantitativa, hanno comunque sentito parlare dell’argomento, mentre il 20,1% non ha avuto neanche questa opportunità.
Il 59,2% degli intervistati è stato in grado di definire il valore del tasso di disoccupazione, esprimendo un tasso medio pari a 19,9% contro un dato ufficiale, riferito a marzo 2014, del 13%. Il 33,1% dei rispondenti, pur non riuscendo ad esprimere un valore quantitativo puntuale per questo indicatore, ne ha comunque sentito parlare; invece, il 6,6% non ne ha avuto l’occasione.
I principali canali d’informazione utilizzati dai consumatori per acquisire informazioni statistico-economiche sono la televisione (38,0%), i giornali (20,3%) e Internet (20,0%); seguono la radio (9,5%), le discussioni con parenti e amici (6,5%) e poi le pubblicazioni specializzate e scientifiche (2,5%) e i discorsi dei leader politici (2,4%).
Quasi il 60% degli intervistati dichiara di ritenere affidabili le statistiche ufficiali. La qualità e l’affidabilità delle informazioni diffuse dai mezzi di comunicazione sullo stato dell’economia italiana durante la recente crisi finanziaria sono state giudicate buone o sufficienti dalla metà degli intervistati.