Giacomo Sbalchiero e Maria Cristina Merendino sono i promotori della lettura che si fa sempre più “social”.
Con due bici e un carretto colmo di libri hanno già percorso svariati chilometri da Padova a Roma. Da qui partiranno per Barcellona, faranno tappa verso Nord e arriveranno a Dublino il 4 novembre per partecipare all’annuale conferenza dedicata alle startup innovative. “Regaleremo un libro a ogni persona che incontreremo durante il viaggio”, promette. “Racconteremo la sua storia, così come la nostra”.
Loro sono i fondatori di Fred, un social network di prossimità che permette a chiunque di prestare, o prendere in prestito, romanzi, saggi e manuali.
“Slegare la lettura dal potere d’acquisto e accedere alla cultura indipendentemente dal denaro a disposizione” sono le idee portanti. Un progetto accarezzato da tempo.
Nel 2001 Sbalchiero compra l’eredità di un signore padovano, Tito Bracco: 2500 volumi, tra saggi di filosofia, politica e letteratura.
Per condividerli però bisognava, innanzitutto, catalogarli e far sì che venissero restituiti senza troppi intoppi.
Obiettivo di Sbalchiero è quello di “provare a ideare il mio modello sulla scia di aNobii”. Nel 2012 vince un bando per uno spazio in coworking e nel 2014 arriva la svolta: dall’incontro con un team di sviluppatori, nasce Fred, da free reading.
“Il progetto si articola in tre sezioni: una parte è dedicata agli utenti privati che possono accedere alla piattaforma gratuitamente, inserire i titoli dei libri disposti a condividere con i vicini di casa, che vengono suggeriti grazie alla geocalizzazione. Un’altra è invece diretta ai negozi che, pagando una quota annuale di 95 euro, possono diventare luoghi di ritrovo per gli scambi, sono mappati, consigliati e hanno una pagina più curata. La terza riguarda il rinnovo delle biblioteche aziendali e punta sull’incontro dei dipendenti anche al di fuori dell’orario di lavoro”.
La componente social differenzia Fred dagli altri movimenti: “Giochiamo molto sull’aggregazione per diffondere l’interesse verso la lettura. Ma, a sua volta, lo scambio di consigli su romanzi o saggi può essere un piccolo motore per ricostruire le comunità cittadine”, afferma Sbalchiero. “Il sapere va condiviso, non farlo è penalizzante per se stessi, oltre che per gli altri”.
Le iniziative che danno vita ad una letteratura social sono via via più numerose. Fabrizio Parodi, Lorena Petriccione, Filippo Ghisi e Guido Alessandro Gozzi sono gli autori di Cityteller, un’applicazione smartphone, disponibile sia per iOS sia per Android, che racconta le città attraverso le citazioni tratte dai libri suggerite dagli utenti. “Il motto: sei un vero city teller solo se hai visto la città di cui parli”.
“Ci sono due modi – aggiunge Parodi – per usarla: da fruitore scarichi gratuitamente l’app che ti geolocalizza e mostra le frasi letterarie riguardanti i luoghi intorno a te. Mentre, come parte attiva, puoi fare delle segnalazioni che noi raccogliamo e integriamo con informazioni aggiuntive. Come la casa editrice e il costo del volume”.
Anche per Edoardo Montenegro, Pierluigi Vaccaneo e Paolo Costa la lettura è “un esercizio popolare”. Da quest’idea nasce Twitteratura, diventato poi Twletteratura: un’iniziativa grazie a cui è possibile leggere e commentare collettivamente opere letterarie, per poi produrre dei testi elettronici.
Dice Montenegro: “Gran parte degli italiani non legge neanche un libro ogni anno. Noi non facciamo letteratura su Twitter, vogliamo semplicemente favorire la lettura, l’uso critico dei social e gli incontri culturali nella vita reale. In futuro pensiamo di creare una nostra piattaforma proprietaria che abbracci quella di Dorsey. Ma sia in grado di sviluppare alcune potenzialità che si adattano meglio ai giochi da noi ideati”.
Un pensiero anche per i più piccoli si deve a Cristiana Calilli, Elisa Minocci e Michela Da Pont che hanno costruito G. R. I. M. M., un’applicazione “per avvicinarli alla lettura, senza però sostituirla all’esperienza fatta su carta”. Scaricabile a 0.99 centesimi di euro per iOS, e presto anche per Android, è una fiaba interattiva il cui testo si adatta alle competenze dei bambini. “Siamo tutte delle libere professioniste che lavorano nel settore informatico. Così abbiamo pensato di sfruttare le nostre competenze per creare qualcosa che fosse a misura loro”.
Aiutati dalle nuove tecnologie leggere è diventato easy e interattivo. Insomma non ci sono più scuse per non diventare dei buoni lettori.
lunedì, Novembre 25, 2024