E’ iniziata, presso l’Hotel Hilton Rome Airport di Fiumicino, l’Assemblea Elettiva della FIGC. I lavori sono stati aperti dal presidente dell’Assemblea Pasquale de Lise, che ha dato la parola al segretario generale del Coni Roberto Fabbricini e al segretario generale della Uefa Gianni Infantino: da entrambi è arrivato il ringraziamento a Giancarlo Abete per il lavoro svolto in questi anni e l’auspicio di una governance forte per la Federcalcio.
“Cercherò di continuare a dare il mio contributo in sede Coni e in sede Uefa – ha ricordato nel suo intervento Abete, apparso visibilmente commosso – perché penso che possa risultare di utilità. Sono stati 26 anni di impegno in Federazione, con tantissimi momenti lieti come il successo nel Mondiale del 2006, che rappresenta il punto più alto”.
Il presidente uscente ha ricordato anche i momenti difficili del suo mandato, compresa l’ultima sconfitta della Nazionale con l’Uruguay al Mondiale brasiliano e i tanti lutti che hanno colpito il mondo del calcio, ultimo in ordine cronologico quello di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli morto per le ferite riportate negli incidenti scoppiati prima della finale di Coppa Italia. Non è mancata una battuta sui due candidati alla presidenza, i vicepresidenti federali Carlo Tavecchio e Demetrio Albertini: “Vengono da due mondi importanti come quello dei dilettanti e dei calciatori. Già questo è un fatto innovativo. E’ importante che un’associazione possa scegliere il suo presidente, ho sempre combattuto perché i sistemi possano esprimere dal basso le proprie scelte. Spero che la Figc abbia un presidente, non un commissario”.
Spazio poi ai ringraziamenti al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (“sempre vicino allo sport e alla Nazionale”), al presidente del Consiglio Matteo Renzi (“per il rispetto che ha avuto verso l’autonomia associativa del nostro mondo”) e a tutti i responsabili delle Forze dell’Ordine. “Ho sempre considerato la Federazione come una casa, ma è anche importante tornare in quella che è la propria casa” ha concluso Abete ricevendo l’applauso caloroso di tutta la platea.