IQ. 05/12/2012 – Ricorderete tutti lo scontro Quirinale – Pm di Palermo dovuto ad alcune intercettazioni che hanno coinvolto il Presidente Giorgio Napolitano quando le utenze dell’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino (accusato di falsa testimonianza) nei mesi scorsi furono messe sotto controllo dai pm palermitani i quali indagavano sulla trattativa “Stato-mafia”.
Ritenendo lese le proprie prerogative il 16 luglio scorso Napolitano ha sollevato di fronte alla Consulta conflitto d’attribuzione nei confronti della Procura di Palermo.
Il 23 novembre Avvocatura e Procura hanno depositato le rispettive memorie. E ieri, martedi 4 Dicembre, è giunta la decisione della Corte Costituzionale: il ricorso di Napolitano è stato accolto e le intercettazioni al centro del conflitto andranno distrutte secondo la procedura prevista per le intercettazioni vietate dall’art. 271 del codice di procedura penale. Per conoscere per intero la sentenza e le sue motivazioni, bisognerà attendere qualche settimana, molto probabilmente gennaio.
E comunque, ha sostenuto oggi nell’udienza pubblica alla Consulta l’Avvocatura dello Stato che rappresenta il Quirinale, quelle intercettazioni per quanto casuali “sono diventate illegittime” nel momento in cui hanno coinvolto Napolitano.