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Il vignettista Lars Viks nel mirino

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Era stato già aggredito e minacciato più volte il disegnatore svedese Lars Vilks, 68 anni, rimasto illeso in un sanguinoso attacco contro un convegno a Copenaghen su Islam e satira. Il suo nome divenne noto nell’agosto del 2007 quando disegnò in una vignetta Maometto con un corpo di cane, simbolo oltraggioso nel mondo musulmano. Subito dopo la pubblicazione della caricatura sulla stampa svedese e poi danese, Vilks ricevette minacce di morte e al Qaida offrì addirittura una ricompensa di 100mila dollari a chi lo avesse ‘fatto fuori’: annunciando la taglia, il leader di una frazione irachena dell’organizzazione, Abu Omar al-Baghdadi, promise inoltre un macabro ‘bonus’ del 50% in più se il disegnatore “fosse stato sgozzato come un agnello”, mentre un’altra taglia da 50.000 dollari veniva offerta per la testa di Ulf Johansson, direttore di Nerikes Allehanda, il giornale locale svedese che pubblicò per primo la vignetta. Nei mesi successivi manifestazioni di protesta vennero organizzate da musulmani in Svezia, mentre Egitto, Iran e Pakistan protestarono attraverso i canali diplomatici e nuove minacce di morte furono rivolte a Vilks come a Johansson. Nel marzo 2010 sette persone di religione islamica, quattro uomini e tre donne, furono quindi arrestate in Irlanda per un presunto complotto per assassinare il disegnatore. In quella occasione Vilks affermò: “Non si può dire che io stia tremando di paura. Mi sono preparato in diversi modi e ho un’ascia a casa nel caso qualcuno tenti di entrare dalla finestra”. E confermò poi alla stampa di aver ricevuto un avvertimento dai servizi segreti svedesi (Sapo) su presunte minacce provenienti anche dalla Somalia, dai sanguinari jihadisti di al Shabaab. L’11 maggio 2010 il vignettista fu poi aggredito mentre teneva una conferenza sulla libertà di espressione all’Università di Uppsala, quando aveva cominciato a mostrare un video su omosessualità e religione. E pochi giorni dopo venne attaccata la sua casa a Nynashamnsvage, Svezia meridionale, con bottiglie incendiarie. Non era finita: a gennaio di quest’anno la giustizia americana ha condannato a 10 anni di carcere Colleen LaRose, americana convertita nota col nome di battaglia di ‘Jihad Jane’, per aver a sua volta complottato per uccidere Vilks. E oggi, a Copenaghen, qualcuno ci ha riprovato.

(Fonte Ansa)

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