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La storia infinita dei marò

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maro-indiadi Stefania Paradiso

IQ. 15/12/2012 – Grande scontento per l’Italia la quale sperava di far rientrare in patria i due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre,  fucilieri della Marina detenuti ormai da nove mesi perchè accusati di aver ucciso due pescatori. I giudici indiani devono decidere la giurisdizione dei due marò ma ha la sentenza è stata posticipata.

“Il governo italiano esprime forte delusione e profondo rammarico per il posticipo, a oltre tre mesi dalla conclusione del dibattimento, della sentenza della Corte Suprema indiana sui ricorsi presentati dall’Italia in difesa della giurisdizione nazionale e della immunità funzionale dei due fucilieri della Marina”.
Palazzo Chigi non si capacita della pronuncia e dichiara che proseguirà con impegno l’azione tesa alla liberazione dei due militari.
La storia dei due marò inizia il 15 febbraio scorso quando i due soldati, presumibilmente, sparano 24 colpi di fucile contro un peschereccio indiano, uccidendo due membri dell’equipaggio.
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone avrebbero aperto il fuoco dalla petroliera su cui erano imbarcati, la Enrica Lexie.
“Erano pirati, ed erano armati. Hanno provato ad attaccarci e a prendere la nave. Noi ci siamo solo difesi e abbiamo difeso la petroliera. È il nostro lavoro. Il loro comportamento era tipico dei pirati che attaccano in queste zone : per esempio, il modo in cui hanno tentato di abbordare la nave è esattamente lo stesso modo che usano i pirati in queste acque, quando tentano di dirottare una nave. Non hanno neanche risposto ai nostri segnali di avvertimento”.
Questa è stata la dichiarazione dei soldati italiani, una volta trattenuti dalla polizia e condotti nel porto di Kochi.
Il Governo Indiano ha dato tutto il suo appoggio alla polizia, confermando la reclusione preventiva per soldati ma le versioni dei militari italiani e del governo indiano non coincidono.
Il governo italiano ha dichiarato che la Enrica Lexie, al momento della sparatoria si trovava a circa 30 miglia nautiche fuori dalla costa Indiana, ovvero in acque internazionali. Per tanto, in questo caso dovrebbero essere applicate le leggi italiane in quanto corrispondono alla bandiera dell’imbarcazione.
Le autorità indiane hanno invece applicato un protocollo diverso, seppur in mancanza della certezza di colpevolezza dei due marò: dopo aver condotto l’Enrica Lexie nel porto di Kochi, la polizia Indiana ha arrestato i due soldati italiani, con l’accusa di aver assassinato due disarmati pescatori., descrivendo l’accaduto come “un atto terroristico”.
Cittadini, colleghi, forze dell’ordine si sono mosse per la liberazione dei due soldati, ma ancora oggi nulla sembra si riesca a fare per ottenerne la liberazione.

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