“Sono molto contento, finalmente è stata fatta giustizia”. Così commenta il sindaco di Napoli Luigi De Magistris dopo aver appreso dal suo difensore, Massimo Ciardullo, di essere stato assolto. “Per me – ha dichiarato – finisce un incubo. È stata una vicenda che mi ha procurato molta sofferenza. L’assoluzione è motivo di grande soddisfazione”. Il sostituto pg Pietro Catalani aveva chiesto l’assoluzione dei due imputati, il sindaco De Magistris ed il consulente informatico Gioacchino Genchi per due episodi di abuso d’ufficio (legati ai casi dei parlamentari Pisanu e Pittelli) e la dichiarazione di prescrizione, riferita agli altri sei episodi che avevano riguardato i politici Sandro Gozi, Romano Prodi, Clemente Mastella, Antonio Gentile, Domenico Minniti e Francesco Rutelli. Ai giudici della terza Corte d’appello, presieduti da Ernesto Mineo, è bastata un’ora scarsa di camera di consiglio per chiudere la vicenda con una doppia assoluzione. Si conclude così, in modo completamente positivo, il caso dell’ex magistrato. Appena ieri la Corte Costituzionale aveva rigettato il ricorso presentato da De Magistris sulla legge Severino. La Suprema Corte era stata chiamata a giudicare la costituzionalità delle norme relative alla sospensione degli amministratori locali condannati anche in via non definitiva. La legge Severino prevede che su richiesta del prefetto e del ministero dell’Interno debba essere sospeso dall’incarico per un periodo di almeno diciotto mesi qualsiasi amministratore pubblico condannato, anche solo in primo grado, per reati come corruzione, concussione, abuso d’ufficio e peculato. Stabilità la costituzionalità della norma, il sindaco di Napoli rischiava una nuova sospensione. avendo riportato nel 2014 una condanna in primo grado dal Tribunale di Roma – a un anno e tre mesi di reclusione (pena sospesa) e all’interdizione dai pubblici uffici per un anno – per abuso di ufficio, nell’ambito del processo “Why Not”.
La sentenza di assoluzione di oggi permette all’ex magistrato di mantenere la poltrona di sindaco del capoluogo campano