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PIONIERI ITALIANI IN CINA – Gilberto Perego e Antonio Airo’

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martedì, Novembre 26, 2024

Istituto Europa Asia e Europe Asia Institute
Il libro di Gilberto Perego e Antonio Airò presentato alla Biblioteca Ambrosiana
PIONIERI ITALIANI IN CINA GIGANTI DELLA FEDE E DELLA SCIENZA 

E’ stato presentato all’apertura della Classe di studi sull’Estremo Oriente organizzata dall’Accademia Ambrosiana di Milano  il libro di Gilberto Perego e Antonio Airò dal titolo “Pionieri Italiani in Cina-Giganti della fede e della scienza” edito da Mediaspaul (192 pagg con diverse illustrazioni, 12 euro), giunto alla seconda e ampliata edizione, arricchito della pregevole traduzione in mandarino di don Giuseppe Zhang Zhe, cappellano della Comunita’ cattolica di Milano.  I due autori che già ebbero a pubblicare “Sulle orme di Matteo Ricci” nel 2007 con le edizioni  “Aracne”, hanno inteso con questo nuovo lavoro approfondire i rapporti tra Vaticano e  Governo Cinese di questi ultimi decenni, mettendo in risalto il significato particolare del messaggio personale che Giovanni Paolo II  fece avere a Deng Xiaoping, tramite il senatore Vittorino Colombo, fondatore e primo presidente dell’Istituto Italo-Cinese, già  presieduto dal. Cavaliere di Gran Croce Achille Colombo Clerici che oggi è al vertice dell’Istituto Europa Asia.

Proprio Colombo Clerici, nella prefazione, rileva una poco conosciuta evidenza storica: l’Italia è stato il Paese che ha avuto un più lungo, fertile e mutuo scambio con la Cina, a cominciare dalla notissima avventura di Marco Polo. Curiosamente – prosegue la prefazione – la storia di questi rapporti ha spesso a che fare con la religione. Pensiamo al coraggioso frate perugino, Giovanni Pian del Carpine, ambasciatore di Papa Innocenzo IV presso il Gran Khan Guyuk nel 1246 a Karakorum; o al gesuita marchigiano Matteo Ricci “cinese tra i cinesi”, ancor oggi ricordato in Cina come uno dei più importanti intellettuali della storia. Oltre a questi personaggi, certamente noti al grande pubblico, il volume ripercorre storie, anche minute, di uomini instancabili e ispirati che hanno gettato ponti, aperto strade di dialogo, spesso usando il linguaggio dell’arte e della scienza.

“Il vero rifondatore delle relazioni tra Italia e Repubblica Popolare di Cina nel XX secolo – scrive Colombo Clerici – è stato il più volte ministro e, a coronamento della carriera, presidente del Senato Vittorino Colombo – al quale mi legavano innanzitutto amicizia e una lunghissima frequentazione –  che proprio sulla cultura, sul dialogo e sul confronto (anche religioso)  senza preconcetti ha riscosso apprezzamenti lusinghieri dall’establishment cinese, a cominciare dal premier Zhou Enlai. L’auspicio – conclude – è che gli storici rapporti politici, culturali ed economici fra Italia e Cina, grazie anche ad Expo, si rafforzino e che l’Italia, guardando alla sua storia e ai suoi protagonisti, rilanci il suo ruolo di interlocutore privilegiato in Europa del grande popolo della Terra di Mezzo”.

E proprio Expo viene citata dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia nella presentazione del libro avendo Milano preso il testimone da Shanghai. “Expo, dove la Cina è presente con tre bellissimi padiglioni – scrive –  è un volano per il rafforzamento della collaborazione tra le nostre imprese e i nostri popoli. E persegue, con Shanghai, il comune obiettivo di uno sviluppo più sostenibile che, a partire dalle città, possa dare un futuro più vivibile e più equo a tutto il Pianeta”.

L’intendimento di Airò e Perego nell’elaborare “Pionieri italiani in Cina”, è stato quello di valorizzare il messaggio – cioè la lettera – di Giovanni Paolo II del 1983, al leader comunista Deng Xiaoping, affidando la missione ad un ambasciatore sui generis e per di più laico e per niente inserito nelle sfere del Vaticano: lo stesso Vittorino Colombo.

Un incarico straordinario che meritava un approfondimento. Ed è per questo che gli autori hanno inteso inserirlo nei principali rapporti tra Italia, Vaticano e Cina tessuti da uomini straordinari: Giovanni Pian del Carpine, Giovanni da Montecorvino, fra Giovanni Marignolli , Odorico da Pordenone, il bresciano Giulio Aleni, il trentino Martino Martini il milanese Giuseppe Castiglioni, il friulano Celso Costantini e tanti altri. Un intero capitolo è dedicato alla meravigliosa avventura di Marco Polo, il più grande esploratore terrestre di tutti i tempi e di tutti i Paesi.

Nella prima parte del libro, Perego e Airò sostengono come l’Italia – almeno sino alla metà del XVII secolo –  sia stata l’attore principale in Occidente dei rapporti con l’impero Cina.  Dopo l’ampia trattazione del periodo, gli eventi della Repubblica Popolare di Cina, la Rivoluzione Culturale, la chiusura totale all’Occidente quindi, nei primi anni ’70,  un’apertura della politica occidentale caldeggiata dal Governo italiano di centrosinistra e, primo tra tutti nel nostro Paese, dal ministro Vittorino Colombo che per l’occasione fondò l’Istituto Italo Cinese che ha contribuito in modo assai rilevante a migliorare le relazioni ed i rapporti economico-sociali e culturali tra l’Italia, l’Europa e la Cina.

Nella seconda parte del libro gli autori si soffermano sul lavoro di Vittorino Colombo in un quarto di secolo di incontri con il popolo cinese e i suoi massimi rappresentanti.  La parte finale del libro sintetizza i rapporti tra il Vaticano e Pechino degli ultimi venti anni e prefigura quali potranno essere gli scenari del futuro prossimo in un mondo globalizzato dove la Cina, come scandito ogni giorno, sta emergendo sugli altri Paesi soprattutto in termini di sviluppo economico.

La postfazione del Cavaliere del Lavoro Cesare Romiti, presidente della Fondazione Italia-Cina, tracciando la figura di Vittorino Colombo,  ne pone in risalto il coraggio e  la lungimiranza perché, in anni nei quali la diffidenza nei confronti della Cina della “rivoluzione culturale” era fortissima, si impegnò a promuovere prima il riconoscimento della Repubblica Popolare Cinese e nell’avviare poi un’intensa frequentazione con i vertici del governo cinese:  “Assieme ad altri illustri italiani citati – conclude Romiti – Colombo è stato operatore di un rapporto tra la realtà e la cultura italiana e quella cinese, lontano da ogni velleità colonizzatrice, volto a capire la ricchezza di una civiltà millenaria, alla ricerca di un dialogo costruttivo: realizzatore di un ponte di cui solo negli ultimi anni sembra si sia riusciti a comprendere la portata”.

Un anticipo della presentazione dell’Ambrosiana è avvenuto presso la Parrocchia della SS. Trinità di Milano, in zona Paolo Sarpi, alla presenza di un folto pubblico in gran parte in rappresentanza della comunità cinese di Milano (da segnalarsi in particolare la presenza del prof. Angelo Ou) oltre che del famoso sinologo P. Lazzarotto e dell’avv. Claudia Camagni, Presidente delle donne italiane a Shanghai.

A presentare la pubblicazione  il coautore Gilberto Perego, per oltre 10 anni segretario particolare di Vittorino Colombo; Giancarlo Bazani, primo Direttore dell’Istituto Italo Cinese; don Giuseppe Zhang, Cappellano della Comunità cattolica cinese di Milano, moderati da Marcello Menni, Direttore della Fondazione Vittorino Colombo, istituzione che ha appoggiato e contribuirà alla diffusione del libro.

 Achille Colombo Clerici con Mons. Pier Francesco Fumagalli, vice Prefetto della Biblioteca Ambrosiana, sinologo di fama internazionale.
Achille Colombo Clerici con Mons. Pier Francesco Fumagalli, vice Prefetto della Biblioteca Ambrosiana, sinologo di fama internazionale.

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