“Tra Usa e Cina L’Italia di mezzo” QN Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione Ed. 21 Novembre 2015 – Achille Colombo Clerici
Expo, ponte tra l’Italia e il mondo, ha posto in adeguato rilievo la potenza dell’Asia e il fascino di quel continente. E’ entrato nella leggenda della rassegna internazionale il padiglione del Giappone che ha battuto tutti i record, mandando in tilt il decumano con le sue file (fino a 9 ore) da tutto esaurito. Un successo tale da portare gli organizzatori a chiudere i tornelli di accesso alle attrazioni nipponiche prima del previsto. Ma anche la Corea, con il gemellaggio nel nome delle buone politiche legate all’alimentazione, ha legato Milano e la città coreana di Daegu, tra le metropoli più attive nella messa a punto dei contenuti dell’Urban Food Policy Pact, il patto tra sindaci delle grandi città del mondo per le politiche alimentari.
Una considerazione particolare merita però la Cina. Mentre Corea del Sud e Giappone possono essere considerati affini al mondo occidentale i cui valori vedono negli Usa la bandiera, la Cina contende ormai all’America la leadership dell’economia mondiale. Anche se hanno proprio nell’economia il più forte elemento di convergenza – la Cina detiene buona parte dell’enorme debito pubblico degli Usa e questi assorbono buona parte dell’export cinese – proprio la supremazia economica è anche il più forte elemento di contrasto. Perché supremazia economica vuol dire supremazia politica. E, considerato che entrambi i Paesi si ritengono Regno di Mezzo (“la nostra terra è al centro di tutto”) è oltremodo difficile immaginare come i rapporti sino-americani evolveranno nel medio-lungo periodo.
Per evitare contrasti geopolitici potenzialmente pericolosi per la stabilità mondiale, sono indispensabili grandi mediazioni che solo la cultura, abbinata alla politica più lungimirante, puo’ attuare. L’ Europa, e l’Italia in primis, eredi al pari della Cina di grandi culture, rimangono la chiave più importante per lo sviluppo di rapporti pacifici. Come insegnò, in tempi recenti, Vittorino Colombo, statista di grande visione.
Pur non nascondendo le diversità profonde ideologiche, culturali e sociali fra Italia e Cina, Vittorino Colombo introdusse due elementi che sarebbe bene diventassero un patrimonio comune a tutti anche oggi, nelle nostre relazioni nazionali, come in quelle internazionali.
L’ amicizia è il primo di essi: considerare il proprio interlocutore, portatore di civilta’ di pace, un valore prezioso, con cui vale sempre la pena di dialogare, e con cui si può sempre trovare un campo non solo di accordo, ma di vicinanza umana; il secondo è la cultura, un potente antidoto al grande peccato di questo scorcio di XXI secolo: l’avidità.
Foto: da sin. Don Zhang Cappellano Comunita’ Cattolica Cinese Milano, Gilberto Perego Autore, Pres. Istituto Europasia Achille Colombo Clerici, sen. Ambrogio Colombo, Gianpiero Cassio alla presentazione del libro “Pionieri Italiani in Cina”