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Ama licenzia tutti i dipendenti assunti con “Parentopoli”

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Ama ha licenziato tutti i dipendenti assunti a chiamata diretta nel 2008, all’inizio dell’amministrazione Alemanno e della gestione Panzironi della municipalizzata, in quella che fu ribattezzata “Parentopoli” nell’inchiesta avviata dalla procura di Roma nel 2011 e arrivata a sentenza recentemente.

Si tratta di 34 persone sulle 41 coinvolte (7 nel frattempo hanno lasciato l’azienda) nel ‘ramo’ degli amministrativi, funzionari e quadri e di 4 autisti. Tra i licenziati ci sono Stefano Andrini, ex estremista di destra e già ad di Ama Servizi Ambientali, Armando Appetito, genero dell’ex ad Franco Panzironi, Ilaria Marinelli, figlia dell’ex capo scorta di Alemanno, e Fabrizio Mericone, ex responsabile della Sicurezza/Vigilanza della direzione Cimiteri capitolini. Si rende noto- si legge in un comunicato- che il Consiglio di Amministrazione di Ama Spa ha dato mandato al direttore generale dell’azienda di procedere al licenziamento dei dipendenti amministrativi assunti nel 2008 a chiamata diretta tuttora in organico (34 su 41), per la cui assunzione il Tribunale di Roma ha espresso sentenza penale di condanna di primo grado nei confronti dell’amministratore delegato del tempo e di alcuni ex dirigenti”. Il Cda, a fine settembre, si legge ancora nella nota, aveva potuto leggere le motivazioni della sentenza rese pubbliche dal Tribunale, dalle quali era emersa l’illegittimità delle assunzioni, che avrebbero fatto conseguire “un ingiusto vantaggio patrimoniale” ai soggetti assunti. Il cda aveva ritenuto tali motivazioni rigorose e inappuntabili, tuttavia l’azienda ha preferito muoversi con grande cautela e nel solco del diritto: prima di procedere in un senso o nell’altro, ha contestato ai singoli lavoratori le fattispecie di assunzione, avviando procedimenti disciplinari ad hoc, dando a ciascuno la possibilità di rispondere per iscritto alle contestazioni mosse e accogliendo le ulteriori osservazioni di difesa in audizione assistita a coloro che ne hanno fatto richiesta. Sulla base di tutti i riscontri e delle accurate verifiche l’azienda, supportata anche da un docente esperto in diritto del lavoro, ha deliberato il provvedimento finale di licenziamento. Diverso l’esito delle analoghe verifiche attuate sulle posizioni degli autisti assunti, conclude la nota, sempre in quel frangente del 2008 e citati nella medesima sentenza penale. Dei 23 autisti di allora erano rimasti tuttora dipendenti Ama 17: di questi, 13 hanno chiarito pienamente la propria posizione, con assunzioni che l’azienda ha appurato essere legittime, mentre ai restanti 4 sono state inviate le lettere di licenziamento.

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