Federfondiaria, Federazione Nazionale della Proprieta’ Fondiaria – Convegno Affittanza Agraria – Sede Confagricoltura – Roma dati aprile 2016. – Giuseppe Visconti Presidente
A s s o e d i l i z i a
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Convegno a Roma della Federazione Nazionale della Proprietà Fondiaria
L’AFFITTO IN AGRICOLTURA E’ CRESCIUTO DEL 70%
Svolge una importante funzione economica e sociale. Va incentivato e non penalizzato, anche sul piano fiscale.
“L’affitto punto di incontro tra proprietà e impresa per lo sviluppo dell’agricoltura”, è stato il tema di un importante convegno organizzato dalla Federazione Nazionale della Proprietà Fondiaria, tenutosi a Roma nella sede di Confagricoltura.
Nell’introduzione la giornalista Annamaria Capparelli, che ha moderato i lavori, ha evidenziato l’importanza dell’affitto in agricoltura che, citando i dati Istat 2013, vede una superficie agricola utilizzata (Sau) a livello nazionale di oltre 5,2 milioni di ettari pari al 42,1% delle campagne italiane. Ma, cosa che ha suscitato particolare interesse, è che l’ agricoltura in affitto in tredici anni è cresciuta del 70%, dai 3 milioni di ettari del 2000 agli attuali 5,2 milioni di ettari, a fronte di una flessione delle aree coltivate e del numero delle aziende (da 2,3 milioni del 2000 a 1,4 milioni).
È stato poi evidenziato che in alcune regioni d’Italia tra le più avanzate i dati sull’affitto assumono una valenza ancora maggiore rispetto alla media nazionale. Ad esempio in Lombardia la superficie agricola in affitto rappresenta il 65% di quella totale regionale e in Piemonte è pari a circa il 62%. In queste due regioni dove la Sau in affitto è ampiamente superiore a quella in proprietà, coltivata direttamente, la dimensione media aziendale registra dati molto interessanti: in Lombardia è di circa 19 ettari e in Piemonte è pari a 16 ettari avvicinandosi così alla media europea; a livello nazionale la dimensione media è invece di 8,4 ettari.
Ma la terra in Italia, come negli altri Paesi europei ad agricoltura moderna – dalla Francia al Belgio all’Olanda dove si arriva al 70% della terra lavorata non di proprietà – costa molto (più 10% negli ultimi anni e interesse crescente da parte dei fondi di investimento) e dunque per ampliare l’attività e raggiungere una dimensione che permette una gestione competitiva, non resta che ricorrere all’affitto.
Dopo una breve presentazione del presidente della Federazione Giuseppe Visconti, l’incontro è entrato nel vivo con la relazione di Thierry de l’Escaille, segretario generale dell’Organizzazione europea della Proprietà Fondiaria, che ha tracciato una panoramica dell’affitto in agricoltura nei 28 Stati membri dell’UE. Dall’intervento è emerso come in Europa l’affitto sia molto diffuso, permettendo così dimensioni medie aziendali molto significative.
L’importanza economica dell’affitto è stata trattata da Dario Casati, economista agrario, partendo dall’analisi dell’evoluzione strutturale nel suo percorso storico. In un contesto sempre più incerto emerge una ristrutturazione che si basa sull’affitto e che punta, oltre che alla crescita dimensionale, agli incrementi di produttività e di redditività che ne derivano, i soli che possono assicurare il futuro dell’agricoltura.
Luigi Costato, professore emerito di Diritto, ha affrontato gli aspetti giuridici con un excursus sull’evoluzione dell’affitto nel nostro Paese, soffermandosi sulla legge 203/1982 relativa alle norme sui contratti agrari. Passaggio importante è stato l’articolo 45 di questa legge che permette la stipula di convenzioni di affittanza agraria in deroga alla normativa vigente.
La Legge di Stabilità 2016, con particolare riferimento agli aspetti fiscali per la proprietà concedente la terra in affitto, è stato il tema sviluppato da Nicola Caputo, fiscalista di Confagricoltura. È stato evidenziato come recenti norme fiscali abbiano penalizzato maggiormente i proprietari con beni affittati discriminandoli rispetto a quelli che coltivano direttamente la terra.
Le conclusioni dei lavori sono state tratte da Mario Guidi, presidente di Confagricoltura e da Giuseppe Visconti, presidente della Federazione Nazionale della Proprietà Fondiaria.
Il presidente di Confagricoltura, con una visione di insieme sui problemi del mondo agricolo, ha evidenziato l’importanza del ruolo dei proprietari concedenti la terra in affitto, che permette l’esistenza di imprese agricole di rilevanti dimensioni.
“Per la costruzione e lo sviluppo di questo Paese – ha detto Guidi – non ci deve essere contrapposizione tra proprietari ed affittuari; anzi deve essere sviluppato il rapporto tra loro perché solo così potremo avere delle aziende competitive che possono disporre di adeguate superfici in affitto”.
Il presidente della Federazione ha ribadito l’importanza del contratto d’affitto per la tutela del patrimonio fondiario e la competitività delle imprese. “L’affitto – ha concluso Visconti – è uno strumento per aprire la via dell’agricoltura ai giovani e per consentire alle famiglie di mantenere la proprietà, garantendo l’unitarietà della gestione senza smembrare le imprese”.
Con l’affitto si rende più mobile il fattore fondiario e si elimina la necessità, per ampliare le aziende, di rilevanti investimenti che sottraggono risorse alla gestione dell’impresa. Ciò vale anche nell’ambito del ricambio generazionale: un giovane senza terra e senza grandi risorse economiche ha una sola possibilità per iniziare un’attività agricola, quella di prenderla in affitto. E’ evidente l’opportunità di valorizzare la funzione dei proprietari concedenti la terra in affitto nell’ambito dell’intero contesto del mondo rurale italiano. La campagna non è solo di chi la conduce, ma anche di chi ne è proprietario ed entrambi sono chiamati a rispondere e a garantire il suo uso nell’interesse della collettività.
Ma la proprietà fondiaria è stata completamente dimenticata dalla Politica agricola comunitaria (Pac).
Di qui la richiesta di prevedere nella prossima revisione della Pac l’estensione, anche ai proprietari, dei contributi UE per la valorizzazione strutturale e ambientale delle aree agricole. Un documento è stato trasmesso all’European l
Landowners’ Organization (Elo) cui aderiscono le associazioni della proprietà fondiaria dei 28 Paesi per definire una strategia comune da presentare alla Commissione.
In sede nazionale si chiede una revisione dell’Imu che il governo ha confermato per i terreni in locazione.