Questo pomeriggio è stato concordato un Protocollo d’Intesa tra il Commissario Straordinario, il MiBACT e la CEI, con il coinvolgimento dei Vescovi delle diocesi interessate dal sisma, che ha colpito i territori delle regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo.
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali
Fissa priorità, modalità e termini per il recupero delle chiese terremotate
Protocollo d’Intesa, c’è l’accordo
Un Protocollo d’Intesa tra il Commissario Straordinario del Governo, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT) e la Conferenza Episcopale Italiana: questo il risultato, ampiamente condiviso, a cui si è giunti nel pomeriggio di lunedì 28 novembre in un incontro che ha riunito a Roma, presso la sede della CEI, i Vescovi delle diocesi interessate dagli eventi sismici che hanno colpito i territori delle regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo.
Al tavolo, insieme ai loro collaboratori, il Commissario Vasco Errani, il Capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, l’Arch. Antonia Pasqua Recchia, in rappresentanza del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, e il Segretario Generale della CEI, Mons. Nunzio Galantino.
Il Protocollo individua, essenzialmente, le priorità, le modalità e i termini per il recupero dei beni culturali di interesse religioso. La volontà rimarcata da tutti è quella di restituire nel più breve tempo possibile a ogni comunità la disponibilità di una chiesa, quale luogo della celebrazione e della preghiera, oltre che d’identità e appartenenza. Lo stesso Commissario Errani ha espresso parole di stima e gratitudine per l’impegno che, in una situazione particolarmente pesante, i Vescovi stanno assicurando sul territorio, con una presenza di sostegno e di guida spirituale delle comunità.
Da subito, all’indomani del sisma, la Conferenza Episcopale Italiana ha assunto un ruolo di riferimento anche per la complessa macchina della ricostruzione. La consapevolezza della necessità di dover affrontare un percorso necessariamente lungo e tortuoso, ha trovato le diverse Istituzioni concordi nella disponibilità a una collaborazione costante e fattiva. L’impegno è quello di porre dei segnali concreti, che sostengano la speranza delle popolazioni colpite e contribuiscano ad evitare il rischio dello spopolamento di interi territori.