Oltre 145 milioni di voucher venduti nel 2016, pari a un aumento del 26,3% sul 2015. Una percentuale che diventa esponenziale, +27.000% (ventisettemila per cento) se si raffrontano i buoni-lavoro venduti nel 2008, 535.985, e quelli venduti nel 2016, oltre 145 milioni (esattamente 145.367.954). E’ quanto risulta dal terzo rapporto Uil sui voucher, lo strumento introdotto nel 2003 per retribuire il lavoro occasionale o accessorio soprattutto in agricoltura, e poi esteso a diversi settori, con un’impennata registrata a partire dal 2008, anno in cui cominciano le serie storiche del rapporto Uil. Mentre il governo ha già annunciato un ‘tagliando’ di questo strumento per evitare abusi, la Camera si rimetterà subito al lavoro sul tema, alla riapertura di gennaio. Il presidente della commissione Lavoro Cesare Damiano ha infatti già calendarizzato per l’11 l’esame delle 5 proposte di legge di riforma dei voucher, già iniziato “ben prima che fossero raccolte le firme per il referendum” della Cgil, che attende il vaglio della Corte Costituzionale. L’obiettivo del Parlamento, sottolinea Damiano, primo firmatario di una delle proposte, non è quello di abolire i voucher o di “impedire il referendum” ma di correggere le storture dello strumento per farne “una buona legge”. Se si analizza la distribuzione dei voucher a livello regionale, tra le prime Regioni per numero di buoni-lavoro venduti si trovano: la Lombardia (27 milioni) e il Veneto (18,5 milioni). Fra le provincie in testa c’e’ Milano (con 9,8 milioni venduti). Se invece si guardano gli aumenti, rispetto al 2015, l’incremento più alto si riscontra in Campania (+43,7%), seguita dalla Sicilia (+39,1%) e dalla Toscana (+32,1%).