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Inaugurazione dell’ Anno Giudiziario nel Distretto della Corte d’Appello di Milano 2017 –
MANCANO MAGISTRATI E PERSONALE, GIUSTIZIA AL COLLASSO
Non bastano efficienza e dedizione come dimostrano i buoni risultati dell’amministrazione della giustizia milanese puntigliosamente elencati dalla presidente della Corte d’Appello di Milano Marina Anna Tavassi che ha aperto i lavori dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2017, avvenuta con la consueta solennità nell’Aula Magna del Palazzo di Giustizia alla presenza del ministro della Giustizia Andrea Orlando, dei vertici della Corte di Appello, della Procura generale, del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e delle massime autorità civili, religiose e militari.
Citiamo Angelo Scola Arcivescovo di Milano; Roberto Maroni Presidente Regione Lombardia; Giuseppe Sala Sindaco di Milano; Bruno Corda Prefetto di Como; Mario Monti; Emanuele Fiano; Michele Saponara; Riccardo Amato generale Carabinieri Comandante Interregionale Pastrengo; Teo Luzi generale Carabinieri Comandante Regionale; Giacomo Caliendo; Livia Pomodoro; Piercamillo Davigo Presidente della Associazione Nazionale Magistrati; Raffaele Cattaneo presidente Consiglio Regionale; Stefano Dambruoso Questore della Camera dei Deputati; Lucio Nardi; Giuseppe Sopranzetti Direttore Banca d’Italia di Milano; Marilisa D’Amico Zanon; Gabriele Albertini; Remo Danovi Presidente Ordine Avvocati che ha letto la relazione a nome dell’Ordine; Antonio De Iesu Questore di Milano; Bruna Vanoli Gabardi; Ermanno Leo; Benito Perrone. Tra i presenti il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici.
La carenza di personale, ha detto Tavassi, raggiunge punte del 40 per cento: “La situazione è assai critica, meno 15% di scopertura tra i magistrati, meno 35% tra il personale amministrativo. Nonostante questo, si è riusciti a recuperare l’arretrato, il controllo delle giacenze, la riduzione dei tempi di durata, di tenuta nei gradi superiori di giudizio e per questo Milano è in linea con le sedi giudiziarie più virtuose in Europa”.
L’amministrazione della giustizia resta al collasso: mancano magistrati e personale. E se la giustizia funziona male “si instaura un rapporto anomalo tra Stato e cittadini” ha ribadito nella relazione il Procuratore generale di Milano Roberto Alfonso. “Invochiamo – scrive il Pg – un intervento urgente e serio del Governo affinché esso adotti tutti i provvedimenti necessari per il buon funzionamento della Giustizia”. Aggiungendo la richiesta al governo di riportare a 72 anni l’età pensionabile del magistrati (oggi ridotta a 70 anni) perché questa decisione avrebbe destabilizzato il sistema.
E’ ripresa così la querelle che oppone magistrati e governo la cui posizione è stata espressa dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, i cui sforzi comunque sono stati esplicitamente apprezzati: “Credo sia possibile riconoscere al governo una significativa inversione di marcia, rispetto al passato, c’è un’attenzione alle risorse umane che mancava da anni e che va oltre la buona volontà”; e cita alcune cifre: 1.820 nuove immissioni entro marzo, 1.600 già avvenute e altre 3.300 assunzioni che porta il numero a un totale di 5.100 unità”. Il ministro ha inoltre annunciato l’introduzione del reato di tortura nel nostro ordinamento.
Sul secondo punto Orlando ha ricordato che “in questi anni da parte del governo c’è stata un’ostinata ricerca del dialogo e del confronto, non sono vostro nemico”. Ma lo stesso Guardasigilli nel suo discorso, ha fatto un passaggio che non sembra essere piaciuto ai magistrati. “C’è il rischio che singoli soggetti della giurisdizione reagiscano alle difficoltà ripiegando in una dimensione corporativa, tentando sì di salvaguardare le proprie ragioni, ma attraverso la delegittimazione di quelle degli altri, con la finale delegittimazione di tutto il sistema”. La replica dura – e applaudita da molti magistrati presenti – è arrivata dal presidente dell’Associazione nazionale magistrati Piercamillo Davigo, che nei giorni scorsi aveva disertato la cerimonia in Cassazione in polemica con il governo: “Io certamente non voglio essere ricordato come il presidente dell’Anm che ha abdicato sulla difesa dell’indipendenza della magistratura, signor ministro spero che lei non voglia essere ricordato come quello che ha provato a violarla”.
Tornando alla relazione del Procuratore generale che traccia il bilancio dell’anno appena finito e getta le basi dell’azione per il 2017, da registrare l’elogio ai pm di Lodi che lo scorso anno arrestarono il sindaco; e il riferimento all’ inchiesta che sta scuotendo il mondo politico e imprenditoriale milanese, quella su Fiera spa: le infiltrazioni di una organizzazione criminale, che avrebbe agito per agevolare l’associazione mafiosa denominata ‘Cosa Nostra’ “sono un fatto assai grave per la città di Milano”. E ancora ha ricordato che la Procura generale ha avocato le indagini sulla “Piastra” di Expo.
Ma restano le infiltrazioni mafiose e la corruzione il vero problema in Lombardia: “Il metodo corruttivo – ha continuato Alfonso – non è una rinuncia al tradizionale metodo mafioso, ma è una modalità più raffinata “. Il richiamo, quindi, è all’intera società: “Per contrastare il fenomeno della corruzione non può bastare l’attività repressiva ma occorre agire diffusamente sul piano culturale, per inculcare alle giovani generazioni il senso del rispetto della res pubblica”.
Il Procuratore generale ha inoltre criticato i Concorsi miraggio per i giovani e per chi non è ricco: “Il sistema vigente esclude dalla magistratura quei giovani che provengono da famiglie non abbienti che non possono permettersi di attendere in media cinque anni per entrare in magistratura. Uno sbarramento di fatto che è servito soltanto ad allontanare dalla magistratura giovani brillanti che hanno preferito indirizzarsi verso altre professioni piuttosto che aspettare il concorso: una discriminazione dal punto di vista sociale ed economico”.
L’ inaugurazione dell’Anno giudiziario milanese è stato preceduta venerdì sera, come è tradizione, dal Concerto della Corale Polifonica Nazariana diretta dal dottor Lucio Nardi presidente di sezione del Tribunale di Milano, nella Chiesa di San Marco su invito del presidente della Corte d’Appello, del Procuratore generale, del presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano.
Alla presenza del Parroco Mons. Luigi Testore.
In programma musiche di Bach, Mozart, Franck e Bizet.
La Corale Polifonica Nazariana, nata nel 1988, è l’elemento di spicco delle attività musicali promosse dal Centro Culturale Nazarianum consede presso la Basilica dei SS. Apostoli e Nazaro Maggiore di Milano.
Costituita da oltre 60 elementi suddivisi nelle quattro classichesezioni vocali, è composta da persone di età e professioni diverse,tutte accomunate dall’amore per la musica e per il bel canto e da uncostante impegno che ha reso la Corale molto più di un semplice coroamatoriale.
Direttore del coro sin dalla sua costituzione, è Lucio Nardi.
Di professione magistrato, si è diplomato in teoria e solfeggio ed ha studiato pianoforte presso il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. Fondatore e vera e propria “anima” della Corale, cui ha negli anni dedicato tempo ed un contagioso entusiasmo, si è specializzato nello studio e nella ricerca di musica corale sacra del periodo
romantico e contemporaneo.
Proprio all’interno di questo vasto giacimento musicale la Corale Polifonica Nazariana ha costruito il suo repertorio riportando alla luce opere poco conosciute in Italia.
La Corale, oltre a tenere concerti e partecipare alle funzioni liturgiche nelle principali chiese milanesi e luoghi di cultura di Milano e di molte città italiane, ha tenuto concerti al Palazzo di Giustizia di Milano (luogo in cui si
onora di aver per prima portato la musica, per un concerto in memoria dei magistrati Guido Galli ed Emilio Alessandrini.
Nel 2008, in occasione dei festeggiamenti per il 20° anniversario della propria fondazione, la Corale si è esibita a Parigi nella chiesa di Saint-Eustache.