One billion rising: una scelta di campo per dire “No alla violenza contro le donne”
Ancora una volta il “One billion rising 2018”, il flash mob internazionale ideato dalla drammaturga e femminista Eve Ensler, una rappresentante delle donne in toto.
Ritorna un evento internazionale, tanto atteso e voluto ad ampio raggio dalle donne “impegnate nel sociale” ed anche nelle istituzioni, difatti la data scelta non è per nulla a caso; per l’appunto si tratta del 14 Febbraio (Il V-Day è un giorno, un processo, una risposta, una visione, un movimento ed una comunità contro la violenza sulla donne).
Un giorno importante per celebrare, ricordare e raccontare le storie di donne, di vite vissute, spesso spezzate dall’odio, dal possesso e dalle storie di “non amore”, e al fianco della valorizzazione della figura della donna “serve” una rieducazione dell’umanità, radicata da un po’ di tempo nel sessismo allo stato puro.
A Cosenza il flash mob è stato organizzato dall’associazione “Mammachemamme”e dal Centro contro la violenza alle donne “Roberta Lanzino”, con il patrocinio del Comune di Cosenza, la Provincia di Cosenza e l’Ordine Psicologi Calabria, ed all’iniziativa hanno aderito molte cooperative tra cui:Casa della Gioia, Kirone,Le mani nel domani,What Women Want e tutte le altre.
Roberta Attanasio-delegata Centro contro la violenza alle donne “Roberta Lanzino”mette in risalto il significato educativo del V-day e del One billion rising, in termini di rivoluzione sia politica che culturale, in grado di scardinare i preconcetti che determinano la legittimazione delle discriminazioni di genere, disturbando la libertà della persona , non solo in quanto donna.
“La coreografia , la preparazione all’evento sono frutto di una sinergia tra noi donne-aggiunge Roberta Attanasio-ed inoltre la danza diviene un atto liberatorio, di protesta per tutte quelle volte che non siamo riuscite ad esprimerci”, è la sintesi rivisitata delle sensazioni di chi crede nella rivoluzione culturale ed umana.
Cecilia Gioia-presidente Mammechemamme ci tiene ad offrire un’immagine della donna impegnata, che riesce anche a gestire la famiglia senza dimenticare se stessa: educare alla genitorialità è un primo atto d’amore, sensibilizzare le donne e gli uomini sul tema della “non violenza” è un processo in corso, da non sottovalutare.
Cecilia Gioia lascia un messaggio forte e chiaro:” Ho due figli maschi, a cui sin dal concepimento ho cercato di abituarli al rispetto verso gli altri , oltre che per se stessi, e non riuscirei a non farlo. Del resto “noi donne” insieme emaniamo un’energia ossiticinica e vitale , infatti l’ossiticina è l’ormone dell’amore”.
L’amore, l’energia e la solidarietà sono il perno della crescita valoriale, etica e comportamentale, e forti di queste certezze si potrebbe pensare ad un pianeta donna, dove la risposta al sessismo, alla cultura maschilista, alle molestie, agli abusi sia il primo gradino di una lunga scala in ascesa; di comune accordo è Bianca Rende-delegata regionale di What Women Want, che si sente soddisfatta di condividere con altre donne un lavoro di squadra, con lo scopo di avvicinare le donne più giovani ai movimenti, alle associazioni, in segno di coraggio , verità e amore.
La danza come espressione dell’Io, della ribellione e della rivoluzione è la protagonista, un ritorno all’arte è sempre la scelta migliore, al punto da far scendere in campo alcune competenze, come quella di Caterina Calomino-psicoterapeuta e Danzamovimento Terapia, la quale ha coordinato il corpo di ballo, assegnando al movimento danzante attributi e percorsi esistenziali, di fuoriuscita dal guscio della paura e della vergogna.
Infine Antonella Veltri-Vice Presidente D.I.Re Donne in rete contro la violenza invita le donne a rivolgersi ai centri antiviolenza nei casi di molestie, o se si avverte la solitudine, o quantomeno parlarne con chi è capace di ascoltare il grido di dolore.
“La parola d’ordine di quest’anno è la solidarietà-dice Antonella Veltri- come risposta alle ideologie sessiste, di violenza e di supremazia sugli altri”, ciononostante lo sviluppo delle competenze relazionali ed emotive svolge il ruolo preminente.
Il possesso è più parente della violenza che dell’amore- direbbe Lucia Annibali, e a tal proposito l’intento sociale è quello di riportare in vita il rispetto verso chi sente il bisogno di esprimersi, di avere un posto nel mondo, per l’appunto un mondo umano.
a cura di Matteo Spagnuolo