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Simona Zecchi a Lamezia Terme : il suo giornalismo di inchiesta continua

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domenica, Novembre 24, 2024

“Attraversare i fatti e seppellire gli stereotipi” è il motto di Simona Zecchi- giornalista ed autrice del libro inchiesta  “Pasolini massacro di un poeta”  edito dalla casa editrice Ponte alle Grazie 2015, ed anche questa volta sceglie la Calabria , su  invito dellUniter di Lamezia Terme.

Sono arrivati i saluti del presidente dell Uniter Italo Leone, il quale ha accolto  la Zecchi e il  suo giornalismo di inchiesta, mentre la vice presidente dell Uniter Costanza Falvo D’Urso  ha presentato il libro dell autrice.

Un inchiesta corposa e coraggiosa è quella di Simona Zecchi, carica di fatti, prove schiaccianti, riscontri, elementi a disposizione ( la Zecchi ci tiene affinchè si incrocino gli elementi per arrivare alla verità),testimonianze occultate, segreti svelati, e il famoso Appunto 21di Petrolio ( il poeta  friuliano stava lavorando ,prima della sua morte avvenuta all idroscalo di Ostia nella notte del 2 Novembre 1975, alla stesura del romanzo –inchiesta Petrolio, da cui  fu  sottratto il capitolo “Lampi sull Eni”, in cui vi erano documenti storici e verità sottratte  su stragi, sul potere del tempo e delle trame criminali, che solo Pasolini avrebbe svelato con la sua “onestà intellettuale”).

Avvincente  l intervento di Ippolita Luzzo( Uniter) che esordisce con l elenco dei giornalisti di inchiesta, ponendosi interrogativi sul valore della ricostruzione dei fatti, delle operazioni investigative nel  panorama criminale,  di dettagliate analisi ,di  sintesi di storie  e di soggetti colpiti nella dignità e nell onore , a causa della volontà  portare alla conoscenza di realtà rimaste inosservate e spesso scomode, per approdare all introduzione dell’ospite Simona Zecchi.

La figura della scrittrice è  da annoverare tra gli attuali giornalisti di inchiesta, in grado di scardinare anche le scartoffie riposte nelle soffitte dell odio, del complotto, della vergogna, del perbenismo all italiana e della mafia.

Simona Zecchi a Lamezia sostiene che affossare la verità, non incrociare gli elementi è sinonimo di “non vita”, difatti sceglie di confutare la tesi dell omicidio a sfondo sessuale, che divenne poi una consolazione per tanti o meglio una tranquillità momentanea , con lo scopo di tenere a bada alcuni episodi sconcertanti, dalla duplice interpretazione, perlopiù se messi alla berlina avrebbero potuto destabilizzare e cambiare il sistema delle “cose normali” nell ’ambito di una società abituata al complottismo.

“Sono tornata a presentare il mio libro ( uscito nell Ottobre del 2015) che suscita ancora dibattito al sud, che spesso si ricorda come luogo non troppo amato da Pasolini , ma sono qui. Mi ha accolto Paola e Cosenza, ed ora Lamezia con grande curiosità e calore, oltre alla partecipazione stimolata, non solo del fatto atroce in sé, ma da come il lavoro giornalistico di inchiesta possa essere di supporto oggi per comprendere fatti del recente passato che non trovano ufficiali risposte”- sono le parole di Simona Zecchi, dettate dal desiderio  di far luce sul vero movente dell omicidio del poeta, spesso osteggiato da alcuni personaggi per il solo fatto di essere testimone di rivelazioni inedite.

Il suo massacro, come lo definisce la Zecchi, è stato un “massacro tribale” per la sua efferatezza ( dalle indagini emerge che sul posto vi erano circa 13 persone e non solo il suo amante Pelosi  secondo la tesi dell omicidio a sfondo omofobo, che tralaltro fu smentita dallo stesso Pelosi successivamente, ammettendo che sul posto ci fossero altri  esecutori dell omicidio, provenienti da piu livelli).Gli esecutori di un massacro tribale appartenevano a piu livelli, dalla mafia locale a quella catanese, anche i servizi segreti erano coinvolti, tanto che  la ferocia diveniva ancora piu incisiva.

Una Simona Zecchi oculata e attenta  quando racconta e spiega la gravità dei depistaggi in merito alla strage di Piazza Fontana, sulle tracce di colpevoli e di nomi importanti, al cui vertice vi era uno scambio epistolare tra Pasolini e Giovanni Ventura-terrorista di destra legato al Sid , che è stato il servizio segreto italiano, laddove ci sono , ci sono state e ci saranno misteriose Verità.

 

A cura di Matteo Spagnuolo

 

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