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ESPLOSIONI DI GAS NELLE CASE: QUASI UN BOLLETTINO DI GUERRA

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ESPLOSIONI DI GAS NELLE CASE: QUASI UN BOLLETTINO DI GUERRA

COLOMBO CLERICI (ASSOEDILIZIA): E’ INCONCEPIBILE CHE CIO’ CONTINUI AD AVVENIRE, NEGLI ANNI DUEMILA E IN UN PAESE MODERNO E CIVILE

La mattina di sabato a Rescaldina nel Milanese, esplosione in un’abitazione dovuta a fuga di gas. Bilancio, 9 feriti, due bambini e il capofamiglia, un militare dell’Esercito. Gravi.

Sono troppo frequenti i casi che dimostrano la pericolosità del gas (metano in particolare). Secondo l’annuario statistico dei Vigili del Fuoco, in Italia si è registrato nel 2016 (ultimi dati disponibili) il numero record di 26.458 interventi per fughe di gas – con o senza esplosioni conseguenti – in costante, sensibile aumento dal 2011 (18.274 interventi). Morti, feriti, danni difficilmente calcolabili. E’ quasi un bollettino di guerra. Ma è possibile che ciò continui ad avvenire, negli anni Duemila ed in un Paese moderno e civile?
Il presidente di Assoedilizia avv. Achille Colombo Clerici dichiara:

“C’è molta incoerenza nelle norme di sicurezza che regolano le modalità di uso domestico del gas. Emblematica è la storia del metano: il “pubblico” fornisce ai cittadini una materia altamente deflagrante (ricordiamo che esso possiede 5 volte il potere calorifico del vecchio gas di città ed inoltre stratifica rendendo difficile la dispersione).

Ci si dimentica che non ci troviamo di fronte ad una calamità naturale ineluttabile, come fosse un terremoto od una inondazione, generata dalle forze della natura; ma ad un fatto causato da azioni umane (private e pubbliche) combinate a norme di legge lacunose o distorte.
I controlli della rete di distribuzione del gas a monte del contatore sono a carico dell’ente erogatore che li effettua sotto la sua responsabilità, anche ai fini della responsabilità civile (se qualcosa non va, dovrebbe bloccare subito la erogazione).
A valle dei contatori (cioè nelle abitazioni) i controlli sono a carico dell’ASL.

Si dispone che i fornelli delle cucine non possano essere venduti, se non sono dotati del dispositivo della valvola termostatica, che impedisce la fuoriuscita del gas in caso di spegnimento della fiamma; e poi si permette che nelle case continuino ad usarsi vecchi fornelli che ne sono privi.

Non viene disposta l’installazione obbligatoria, all’interno delle abitazioni, di apparecchiature che interrompano automaticamente l’erogazione del gas, o diano l’allarme in caso di perdite dell’impianto.

Gli apparecchi domestici (cucine, forni) andrebbero “blindati” ad evitare manomissioni da parte di chi vuol far un uso improprio di questa sostanza altamente pericolosa (ad esempio per tentativi di suicidio o per minacciare e compiere ritorsioni).

Il tutto sotto la responsabilità degli enti erogatori che dovrebbero, in presenza di difetti, interrompere immediatamente la fornitura del gas.

Sui nostri suggerimenti tecnici concorda anche il C.I.G. Comitato Italiano Gas.

Per contenere se non eliminare il fenomeno Assoedilizia, oltre alle misure di sicurezza suesposte, propone che venga incentivato l’utilizzo di cucine, scaldabagni e impianti di riscaldamento elettrici attraverso:

– agevolazioni per chi opera la trasformazione da alimentazione a gas ad elettricità simili a quelle per il contenimento energetico (contributi delle amministrazioni locali all’installazione e detrazione delle spese in più anni dall’Irpef);

– obbligatorietà della trasformazione per cittadini con età superiore ai 65 anni e per chi ha rivelato problemi psichici;

– tariffe elettriche agevolate.

– congegno di blocco manuale generale della erogazione del gas da attivare in caso di fughe di gas.

Quando si sente odore di gas chiunque deve potersi attivare per eliminare il pericolo: un po’ come avviene sui treni dove esiste il comando di freno di emergenza, azionabile prima ancora di avvisare il capotreno ( “gli abusi verranno puniti”, intimano i cartelli, ma intanto si deve poter agire ).

Occorre dunque installare un comando nelle parti comuni degli edifici che permetta, a chiunque avverta il pericolo ed ovviamente sotto la sua responsabilita’, di interrompere il flusso del gas bloccando le condutture direttamente all’esterno dell’ edificio stesso.

Poi arriveranno i Vigili del fuoco, i tecnici del settore e faranno tutte le verifiche ed i controlli o le riparazioni del caso prima di “riarmare” il congegno di blocco e ripristinare il flusso del gas.

Ad evitare scherzi scriteriati potrebbe essere installata una telecamera collegata al dispositivo di blocco per identificare l’autore dell’allarme.

Ovviamente il costo di tale installazione di sicurezza va addebitato non al proprietario di casa, ma all’azienda erogatrice.

Il Presidente Assoedilizia Clerici

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