QN IL GIORNO 14-04-2018 I MATTONI PER TORNARE A CRESCERE di Achille Colombo Clerici
L’ Italia sta consolidando la ripresa economica – anche se, purtroppo, questa non riguarda tutte le categorie economiche – ma deve accelerare la crescita, soprattutto per ridurre l’ enorme debito pubblico, il terzo nel mondo. Per raggiungere l’obiettivo di un pareggio Pil-debito l’Italia dovrà crescere di oltre il 2% all’anno, nei prossimi 10 anni. Un sogno?
Mancano, per realizzarlo, la ripresa dell’economia edilizia, oggi incentrata sulle ristrutturazioni e gli stanziamenti per le opere pubbliche: rispetto ai 48 miliardi di prima della recessione siamo a circa 28 miliardi.
Di fronte alle scelte economiche e fiscali che il nostro Paese dovra’ assumere l’Europa non stara’ certo a guardare.
Inoltre, a 14 mesi dalle elezioni per il rinnovo delle istituzioni comunitarie, l’UE si trova davanti a scelte fondamentali per la sua sopravvivenza, almeno nelle forme fino ad oggi conosciute.
E’ indispensabile che l’Europa completi la trasformazione da unione prevalentemente economica (euro) ad unione politica; trasformazione bloccata da vent’anni a causa della sua stessa governance. Un sistema intergovernativo, per il quale ogni scelta di fondo necessita dell’approvazione di tutti i 27 Paesi. Bisogna passare ad un sistema politico (che sia o meno Federazione ) nel quale le scelte vengano assunte a maggioranza.
Si tratta, in altri termini di passare da una “associazione” di stati che pratica una politica monetaria comune, ad una forma istituzionale di governo in grado di esercitare una politica estera e di difesa comune e in fondo anche una vera e propria politica economica comune. Insomma una Unione che si doti di una vera politica in senso proprio, e non prenda decisioni in modo occasionale, e “irresponsabile” come e’ purtroppo avvenuto nel deplorevole caso della assegnazione dell’Ema all’Olanda.
Non è pensabile, ad esempio, che i Paesi del cosiddetto Patto di Visegrad – Polonia, Cekia, Slovacchia, Ungheria – abbondantemente sovvenzionati dall’UE, siano oggi i principali attentatori all’unità del Continente e ai suoi principi di democrazia liberale.
Infine, ma non certo ultimo per importanza, il problema dei giovani. L’assenza e la precarietà del lavoro condizionano pesantemente il futuro dell’Italia. Un problema gigantesco per la politica che infatti si limita a vaghe promesse senza proporre ricette.