E sono quattro, una in fila all’altra. La Juve spazza via il Milan e conquista la Coppa Italia, ancora una volta, riscrivendo l’ennesimo record di questi anni straordinari. La bellissima coreografia dei tifosi rossoneri a inizio partita evocava il poker, con quattro giganteschi assi sugli spalti. La Juve ha raccoglie la sfida e li cala in campo. Benatia, due volte, Douglas Costa e l’autorete di Kalinic certificano il rotondo successo e la posta è il primo trofeo della stagione.
Allegri che schiera Mandzukic al centro del tridente, con Dybala e Douglas Costa ai lati, e Cuadrado ancora terzino destro, aveva previsto alla vigilia una partita equilibrata e non si era sbagliato. La Juve inizia con un possesso palla convincente e con un’intuizione di Douglas Costa che libera Khedira, il cui rasoterra, rallentato da Romagnoli, viene bloccato da Donnarumma, ma il Milan non sta a guardare e una doppia triangolazione tra Calhanoglu e Cutrone porta quest’ultimo al tiro, che Buffon respinge. È una gara piacevole, che entrambe le squadre affrontano senza tatticismi eccessivi, anche se il copione e chiaro: la Juve mantiene l’iniziativa e i rossoneri si chiudono e aspettano di poter sfruttare la rapidità dei propri giovani. Douglas Costa si fa vedere ancora con un sinistro al volo dal limite dell’area, ma non centra la porta, così come Dybala, pochi minuti più tardi. Dalla parte opposta Suso dà qualche problema a Buffon con un tentativo da fuori area che viene sporcato e cambia traiettoria, trovando però il riflesso del capitano bianconero, poi Romagnoli mette a lato un destro di prima intenzione dai sedici metri. La Juve cerca spesso il gioco sulle fasce, coinvolgendo Douglas Costa e Cuadrado, ma anche le percussioni centrali di Dybala possono essere efficaci: l’argentino arriva al tiro dopo un dribbling in area, indirizzando però tra le braccia di Donnarumma, che non ha difficoltà a bloccare neanche il colpo di testa di Mandzukic, imbeccato da Cuadrado. Ritmo non trascendentale, ma comunque più che accettabile, otto tiri per la Juve, quattro per il Milan, ma nessuna limpida occasione da gol: il primo tempo si chiude a reti bianche, senza aver regalato sussulti particolari.
Il Milan è più aggressivo in avvio di ripresa e dopo un colpo di testa di Bonaventura e un destro di Calhanoglu, entrambi centrali, ancora Bonaventura crea qualche apprensione alla difesa bianconera, andandosene sulla sinistra e mettendo in mezzo un traversone basso che attraversa tutta l’area, e non trova Suso solo grazie al tempismo di Douglas Costa. La Juve fiuta il pericolo, reagisce e colpisce. Dybala impegna due volte Donnarumma, prima con un sinistro a giro respinto, poi con una sventola dal limite messa in angolo. E sugli sviluppi del corner, ecco la girata di testa di Benatia che si infila nell’angolino e sblocca il risultato.
Il vantaggio non appaga i bianconeri e men che meno Dybala, che parte dalla tre quarti campo, si infila tra quattro avversari, li supera con un dribbling secco e spara una sventola che Donnarumma vola a deviare in angolo. Quello del portiere rossonero è un grande intervento, ma i due successivi sono da dimenticare e valgono la Coppa per la Juve: al 16′ Douglas Costa riceve al limite da Cuadrado e scarica un sinistro a mezza altezza che Donnarumma prova a bloccare e, non riuscendoci, vede il pallone rotolare nell’angolino alla sua sinistra. Tempo di mettere in angolo un altro tiro del brasiliano, e commette lo stesso errore sul colpo di testa di Mandzukic: il pallone gli sfugge di mano e Benatia è rapidissimo a infilare la sua doppietta personale e a chiudere la partita. Dal suo primo gol sono passati cinque minuti.
Il Milan potrebbe riaprirla con un intervento rischioso di Matuidi, che per anticipare Borini rischia un clamoroso autogol, colpendo il palo alla destra di Buffon. E invece la Juve dilaga e proprio grazie a un’autorete: al 31′ Kalinic sporca il cross dalla bandierina di Pjanic e mette fuori causa Donnarumma, infilando nella propria porta il poker bianconero. La festa può iniziare con un quarto d’ora di anticipo, ma c’è ancora il tempo per ammirare Buffon, che respinge da campione prima il tiro di Locatelli, poi il tentativo di ribattuta di Borini. E dopo aver strappato gli applausi dell’Olimpico, Gigi può andare a prendere la Coppa. Gli altri anni aveva lasciato l’onore ad altri, ma questa volta è tutta sua. Alzala capitano! Alzala! È la quarta di fila! Ed è sempre bellissima!