“Quello che era un business che faceva arricchire pochi sulle spalle di molti – ha annunciato il ministro dell’Interno in conferenza stampa – ora diventa investimento in sicurezza e rimpatri“.
L’annuncio arriva durante la conferenza stampa congiunta con il vicepresidente del Consiglio presidenziale della Libia, Ahmed Maitig. La stretta sui fondi per l’accoglienza va proprio nell’indirizzo di una strada che Salvini ha voluto tracciare sin da quando si è insediato al Viminale. Se da una parte chiude i porti italiani per non permettere alle navi delle Ong internazionali di scaricarci ogni giorno svariate centinaia di disperati che tentano la rotta del Mediterraneo per raggiungere il Vecchio Continente, dall’altra cerca di mettere ordine nel Paese partendo, appunto, dai rimpatri. Per questo anziché stanziare paccate di soldi, come faceva la sinistra quando si trovava a Palazzo Chigi, per accogliere immigrati che, nel 60% dei casi, non hanno diritto ad alcun tipo di protezione, Salvini ha pensato bene di rafforzare i fondi per rimpatriare chi non può stare in Italia.