Di Pietro Bardoscia
Un cuscino di piccole rose gialle sulla bara bianca di Samuele, otto anni, la più piccola delle 41 vittime finora accertate del crollo del ponte Morandi a Genova. I fiori gialli spiccano su quella bara che è al centro dell’area antistante l’altare allestito nel padiglione Blu della Fiera di Genova, zona porto. Appena dietro il feretro di Samuele ci sono le bare del padre e della madre, e poi, messe quasi a semicerchio, le altre 16.
La cosa peggiore e disgustosa che si potesse immaginare e vedere? Un tifo da stadio.
Ci sono persone che applaudono ed altre che fischiano persone e politici che arrivano sul posto. In un paese normale in un funerale di Stato di fronte a decine di bare il silenzio ed il rispetto dovrebbero farla da padrone. Ma in Italia no! In Italia tutto può essere concesso a cittadini e politici.
Se ci sono proteste da fare, cari cittadini abbiate il coraggio di farlo nel momento giusto, ad esempio le cabine elettorali o nel posto giusto, ad esempio protestando sotto il Parlamento. Pero’ no!! Nel nostro amato paese vuoi mettere il gusto di fischiare o applaudire politici sotto i riflettori di telecamere che non aspettano altro? Figurarsi se il cittadino medio si fa scappare un momento simile!
Si capisce la rabbia per quello che è successo ma ripetiamo non è quello il posto, ne il momento, adatto per esternare la propria rabbia. Dove è il rispetto per i morti? In quel momento doveva regnare il SILENZIO.
Bene hanno fatto quelle famiglie che si sono sottratte a questo disgustoso “spettacolo”.
E poi ci si lamenta del perchè ci si trova in queste condizioni. Chi semina vento raccoglie tempesta!!