“Può forse un cieco guidare un altro cieco?”. Con questo interrogativo ha spiegato papa Francesco all’Angelus, Gesù “vuole sottolineare che una guida non può essere cieca, ma deve vedere bene, cioè deve possedere la saggezza, altrimenti rischia di causare dei danni alle persone che a lei si affidano”: e “richiama così l’attenzione di quanti hanno responsabilità educative o di comando: i pastori d’anime, le autorità pubbliche, i legislatori, i maestri, i genitori, esortandoli ad essere consapevoli del loro ruolo delicato e a discernere sempre la strada giusta sulla quale condurre le persone”. Francesco ha quindi evidenziato che “nel brano di oggi troviamo un’altra frase significativa, quella che esorta a non essere presuntuosi e ipocriti. Dice così: ‘Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?'”.”Tante volte – ha detto – è più facile o comodo scorgere e condannare i difetti e i peccati altrui, senza riuscire a vedere i propri”.