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“Il Traditore”: una storia dipinta da Alessandro Castriota Scanderbeg

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lunedì, Novembre 25, 2024

E’ stato letto e interpretato il monologo “Il Traditore” da Alessandro Castriota Scanderbeg presso il Museo del Presente di Rende, nell’ambito del ciclo “Storia e storie: letture teatrali” a cura dell’Istituto per gli studi storici

Nella cornice della sala Tokyo presso il Museo del Presente di Rende nel pomeriggio del 23 Novembre ha preso vita la lettura teatrale “Il Traditore” per il ciclo “Storia e storie: letture teatrali”, a cura dell’Istituto per gli studi storici (L’Istituto per gli studi storici è tra i promotori di eventi culturali in città che basa le sue attività sull’autofinanziamento), in collaborazione con il Museo del Presente e il Museo del Fumetto di Cosenza.

All’incontro è intervenuto il Vicario Generale dell’Eparchia di Lungro Papàs Pietro Lanza, e per l’occasione anche la comunità arbëreshë ha partecipato con tanta devozione.

“Il Traditore” è una partitura monologante che attraverso la voce narrante di Alessandro Castriota Scanderbeg riporta in vita l’eroe d’Albania, Giorgio Castriota, di cui l’attore è discendente diretto.

Con il suo reading ha raccontato le gesta della gloriosa vita del Castriota, cercando di unire il reale al surreale e lasciandone un’impronta indelebile.

Vertigine ed emozioni hanno accompagnato le melodie dell’attore e cantante Alessandro Castriota Skanderbeg a suon di loop station. La vertigine di essere finiti dentro l’ossessione di una storia passata, quale l’invasione ottomana nel territorio albanese. E quindi difendere il paese ha fatto di Giorgio Castriota un eroe, paragonato dai turchi ad Alessandro Magno.

Particolare attenzione è stata dedicata al suono della voce, ed ogni sfumatura non è stata lasciata al caso. Ogni sentimento è stato portato con cura all’esasperazione, con lo scopo di levare ogni incrostazione di finto verismo, tanto da incidere sulle pulsioni umane, dove il dolore melanconico di una vita vissuta “tra alti e bassi”va a permeare in egual modo il proprio Io.

Dulcis in fundo, è stato messo in scena il vero protagonista, il Traditore, metafora fragile di un’esistenza destinata a barcollare, divisa dalla trappola e dal giudizio: è un po’ come camminare sul filo del rasoio.

Sembra che il fil rouge del tradimento sia un sentimento di mancanza: si tradisce per arrivare ad un obiettivo, spesso dimenticando ciò che c’è stato  prima di arrivare alla rottura di un’alleanza, di un rapporto o semplicemente di una storia, sia essa di impatto privato che collettivo.

a cura di Matteo Spagnuolo

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