Contraria alla riapertura di librerie e cartolerie a inizio settimana, la Regione Lombardia ieri ha chiesto al governo Conte, con una nota ufficiale, la possibilità di riaprire a partire dal 4 maggio, dando “il via libera alle attività produttive”. Salvo poi fare parziale retromarcia in serata, con il presidente della giunta, il leghista Attilio Fontana che ha dichiarato di essere stato “mal interpretato: non ci permettiamo di parlare di attività produttive, che sono competenza del governo centrale, sottratta a ogni nostra possibile valutazione. Noi parliamo di graduale ripresa delle attività ordinarie che sarà concordata con il governo”.
L’iniziativa della Regione Lombardia arriva sotto il peso di una recessione economica senza precedenti recenti: un miliardo 857 milioni di spesa mancante nel solo marzo, annunciava ieri la Confcommercio di Milano, Monza e Lodi. È il 31,1% della spesa mensile delle famiglie. Un altro leghista, l’assessore al Bilancio, Davide Caparini, ieri ha assicurato che la riapertura arriverebbe secondo quattro coordinate, la “quattro D”: distanza, dispositivi di protezione individuale, diagnosi – i test sierologici sul coronavirus