“Sì ai capitali stranieri” lettera del presidente di Assoedilizia pubblicata sul Corriere della Sera del 14 luglio 2020 – Dibattito sulla nuova urbanistica di Milano
Mi duole veramente di esser giunto a pensarla in questi termini. E lo dico da milanese appassionato e da umanista, quale mi considero, e strenuo sostenitore dei valori storici, culturali e morali, che nella città si traducono in “temi” ambientali e urbani da tutelare.
Ma debbo dire che il discorso dell’amico Belgiojoso, quanto mai di attualità e che ha il merito di porre con fermezza, nell’attuale frangente, la questione della tutela dei valori culturali trasfusi nella città, non presentava una grinza fino al 10 marzo scorso.
Ora, mi pare, si debbano aggiungere altre considerazioni.
Ciò che si decide per Milano in questi prossimi tempi, condizionerà fortemente il futuro destino, non solo della nostra Città, ma dell’intero Paese.
L’ emergenza economica che si profila all’orizzonte, che oggi i più ancora non percepiscono, potrebbe essere di tale gravità da indurci, nel tentativo di tenere in piedi l’economia generale, a “svendere”, in termini culturali, ben altro che non la zona o lo stadio di San Siro e ciò che essi indubbiamente rappresentano.
Con ciò non voglio sostenere che si debba abdicare sic et simpliciter alla tutela dei valori culturali legati al territorio urbano. Anzi, semmai occorre maggior attenzione.
Voglio dire che non bisogna porsi aprioristicamente pregiudiziali negative nei confronti degli investimenti in nuova edilizia.
Non c’è dunque che da rallegrarsi se si troverà qualcuno, soprattutto straniero, che abbia fiducia in Milano e qui collochi i suoi investimenti. E più ne arriveranno, meglio sarà. Perchè ciò significa che ci sarà qualcuno che, per difendere i propri investimenti, si batterà insieme a noi per sostenere la nostra economia e per propiziare la prosperità della nostra Città.
Farà arrivare nuovi investimenti di capitali, flussi turistici internazionali, nuove attività producenti una ricchezza che ridonderà a beneficio di tutta la popolazione e dell’intero Paese.
Questa tesi muove in una logica, non tanto da urbanistica della speculazione edilizia, come potrebbe sommariamente apparire, quanto piuttosto da urbanistica della economia di sopravvivenza, quale c’è il rischio che malauguratamente sia, per chissà quanto tempo, quella che ci si prospetta all’orizzonte.
La Città dalla economia in sofferenza ha comunque bisogno di ossigeno vitale e i grandi nuovi investimenti potranno apportarlo.
Achille Colombo Clerici presidente di Assoedilizia