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Divieti e restrizioni prorogati.

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Divieti e restrizioni prorogati, criteri più rigorosi per entrare in zona rossa, ma anche una zona bianca dove ci sarà libertà di spostamento e tutte le attività saranno aperte. A pochi giorni dalla messa a punto del nuovo Dpcm il governo si compatta sulla necessità di «aprire una prospettiva per cittadini». La soglia di ingresso di quella che potrebbe diventare «un’isola felice» sarà decisa nelle prossime ore consultando scienziati e governatori, ma appare scontato che non potrà essere oltre un Rt pari a 0,50. Anche perché si è già deciso — d’accordo con le Regioni — di inserire un nuovo indicatore per la valutazione dei contagi per evitare che nelle aree di massimo rischio si rimanga in una fascia bassa: con 250 contagi a settimana su 100.000 abitanti si va automaticamente in zona rossa. E dunque si cerca di premiare le aree più virtuose e di proteggere quelle che non sono ancora sotto controllo per l’alto numero di contagi causato soprattutto da assembramenti e feste abusive che continuano ad essere organizzate. E per far ripartire l’attività sportiva. Mantenendo il coprifuoco dalle 22 alle 5.

Lo stato di emergenza

Il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia ha convocato per domani mattina i governatori proprio per affrontare e condividere ogni punto da inserire nel provvedimento. E a loro dovrebbe comunicare anche la decisione, peraltro scontata, di prorogare lo stato di emergenza almeno fino al 30 giugno. Un regime che consente l’emissione dei Dpcm e delle ordinanze del ministro della Salute e una serie di provvedimenti attribuiti proprio alle Regioni per procedere d’urgenza, ma anche di far proseguire lo smart working dei dipendenti pubblici.

La fascia rossa

L’altro argomento prioritario è quello dell’ingresso automatico in fascia rossa. Sono stati gli scienziati dell’Istituto superiore di Sanità a formulare la proposta già condivisa dal Cts. Obiettivo è evitare che nelle Regioni ad alto contagio da Covid 19 si rimanga in una fascia bassa di rischio. Esattamente come è successo in questa settimana in Veneto che nonostante l’altissimo numero di nuovi positivi poteva rimanere in fascia gialla secondo l’incrocio dei dati che tengono conto della tenuta delle strutture sanitarie. Ma ha chiesto di entrare in arancione per avere misure più restrittive. E dunque secondo le nuove regole se in una settimana ci saranno più di 250 contagi ogni 100.000 abitanti si andrà automaticamente in zona rossa. La novità sarà introdotta già nel prossimo Dpcm.

Cinque a rischio

Secondo i dati del monitoraggio settimanale reso noto venerdì, il Veneto aveva un’incidenza in sette giorni di 454,31 casi per 100mila abitanti. Sarebbe dunque entrato in zona rossa come l’Emilia-Romagna, la provincia di Bolzano, il Friuli Venezia Giulia e le Marche.

La fascia bianca

Nello stesso incontro dovrà essere fissata la soglia per l’ingresso in fascia bianca, dove c’è libertà di spostamento le attività sono aperte. Il parametro potrebbe essere Rt pari a 0,50 ma si stanno valutando anche gli altri criteri proprio perché dovrà essere garantito che il virus non possa circolare. E dove si potrebbero riaprire i luoghi della cultura, come musei, teatri, sale da concerto e cinema. I bar e i ristoranti lavorerebbero senza limiti di orario e anche piscine e palestre tornerebbero a funzionare a pieno ritmo. Sempre però mantenendo le regole base di contenimento, come mascherina obbligatoria, distanziamento e divieto di assembramento. La conferma arriva dal coordinatore del Cts Agostino Miozzo che parla di «segnale di speranza» e spiega: «Si potrebbe indicare che ha un’incidenza del contagio di 50 abitanti per 100mila abitanti, che è un Rt quasi a zero, come è stato durante la scorsa estate».

Attività sportiva

Il nuovo Dpcm vieterà l’apertura di palestre e piscine,

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