16.5 C
Rome
domenica, Novembre 24, 2024
HomeISTITUZIONI E POLITICAParte la sfida alla Cina.

Parte la sfida alla Cina.

Date:

domenica, Novembre 24, 2024

Parte dalla Cornovaglia la sfida a Pechino voluta dal presidente statunitense Joe Biden e fatta propria, anche se con toni più moderati, dagli altri 6 paesi occidentali del G7. Non solo con le parole di condanna del lavoro forzato e delle violazioni dei diritti umani e nel tornare a chiedere un’indagine internazionale sulle origini del virus, dalla Cornovaglia parte anche la sfida alla Nuova via della Seta, con un consistente piano infrastrutturale alternativo a quello cinese. L’iniziativa – americana – prenderà il nome di ‘Build Back Better World (B3W)’, ed è una scossa per Pechino, di fatto una contromossa dell’America – affiancata da Italia, Francia, Canada, Germania, Giappone, Regno Unito – alla competizione economica del Dragone. Una situazione delicata e potenzialmente imbarazzante per l’Italia, l’unico paese occidentale a siglare, nel marzo del 2019, accordi sulla via della Seta, col primo governo Conte. Ma Mario Draghi, in conferenza stampa al termine del G7, non esclude che quegli accordi possano essere rivisti. In sintesi, smantellati. Il memorandum siglato nel 2019, con tanto di liste lunghissime di singole intese tra i due Paesi “non è stato mai menzionato, nessun accenno” durante il G7, assicura il presidente del Consiglio. “Per quanto riguarda l’atto specifico, lo esamineremo con attenzione…”, annuncia.  “Sulla Cina si è scritto tanto della nostra posizione – dice Draghi richiamando le indiscrezioni che lo descrivevano ‘freddo’, assieme alla cancelliera Angela Merkel e ai vertici Ue, sull’accelerazione impressa dagli States contro Pechino – si è parlato di divisioni ma io credo che il comunicato rifletta la posizione non nostra ma quella di tutti, in particolare rispetto alla Cina e alle altre autocrazie”. Del resto, aggiunge Draghi: “il comunicato finale riflette perfettamente la nostra posizione sulla Cina, che deve essere fondato su tre principi: cooperazione, competizione, franchezza”. Due mesi fa ci fu il primo veto imposto con il golden power. Il premier Mario Draghi ha annunciato di aver impedito la vendita del 70% di una azienda italiana attiva nel settore dei semiconduttori a una società cinese. Un autentico sbarbo a Pechino, e già in precedenza l’esecutivo aveva imposto prescrizioni su contratti di fornitura di tecnologia 5G ad aziende italiane come Linkem e Fastweb da parte di società del dragone come Zte e Huawei. 

Articoli Recenti

Malattie cardiovascolari bimbi, da pediatri 5 consigli per prevenirle.

Le malattie cardiovascolari iniziano in età pediatrica ed è proprio durante l’infanzia che occorre prevenirle, individuando precocemente i fattori di rischio. A lanciare l’allarme...

Ricerca, campagna ‘Tutti insieme dalla scienza alla cura’ per partecipazione alla clinica.

Gli italiani hanno fiducia nella ricerca scientifica, ma esprimono preoccupazione e timori riguardo gli studi clinici - fondamentali per l’innovazione e il progresso scientifico...

Salomè e la danza dei Generi. Contro transfobia e omofobia.

Salomè è la più controversa opera di Oscar Wilde: a seguito dello scandalo da cui fu investito il suo autore, ne fu proibita la...

Massimiliano Greco il Maestro messaggero della Bellezza attraverso il connubio tra musica e danza per un mondo migliore.

Oggi la nostra rubrica ha il grande piacere nonché onore di ospitare il Maestro Massimiliano Greco, pianista e compositore di fama internazionale, che con...

Stalking, Basciano a Sophie Codegoni: ‘Ti ammazzo, le pagherai tutte’.

"Se non torni con me, ti ammazzo come un cane", "affacciati alla finestra, le paghi tt", "per me sei morta, mi fai schifo". Sono questi...

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.