4.9 C
Rome
venerdì, Novembre 22, 2024
HomeCronacaSarah Scazzi. Il crimine che ancora fa audience

Sarah Scazzi. Il crimine che ancora fa audience

Date:

venerdì, Novembre 22, 2024

misseri_famiglia IQ 08/03/2013 di Stefania Paradiso

La procura di Taranto ha chiesto l’ergastolo per Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano, accusate dell’omicidio di Sarah Scazzi, 9 anni per il padre di Sabrina, Michele Misseri, e 8 anni per il nipote di questi Cosimo. Appena si è venuti a conoscenza della richiesta da parte della procura sono ricominciate trasmissioni e approfondimenti sull’omicidio di una ragazzina che dall’agosto 2010 è presente in tutti i media. Ci sono tante, troppe verità nel caso della povera Sarah Scazzi: sempre aggiornate a uso e consumo dei mass media di Michele Misseri, quelle del duo Sabrina e Cosima Misseri e poi quelle, dei pm.

Sono stati proprio questi ultimi a dire che “le parole di Misseri valgono zero”. Spettacolo, colpi di scena, interviste, accuse. Tutto ad uso e consumo anche delle persone che continuano a guardare questo scempio. Peccato che alla bambina, appunto, a parte la magistratura nessuno pensi più. “La classe non è acqua” e nemmeno il giornalismo dovrebbe esserlo. Si potrebbe anche dire che chi il giornalista lo sa fare, e nessuno si offenda, sa come trattare certi argomenti. Antonello Piroso, giornalista a La7, ha detto: “Siamo adulti e vaccinati, siamo liberali e democratici, abbiamo la libertà d’espressione tutelata dalla Costituzione, e giù le mani dal diritto di cronaca. Ma c’è un confine – segnato dall’umana pietà – che non dovrebbe essere varcato, per non mortificare (mai termine risultò più calzante) la nostra stessa dignità davanti all’Evento Supremo. Dobbiamo forse vedere in un video un pedofilo molestare un bambino per provare, suscitare o raccontare il disgusto? Dobbiamo diventare noi stessi ostaggi del guardonismo mediatico – contemplando le immagini dei fondamentalisti islamici che sgozzano i loro ostaggi per provare, suscitare o raccontare l’orrore e la ripulsa per quella ideologia di morte? Lo sappiamo: è facile fare la morale, ancora più facile ergersi a moralisti. Ma sarebbe bello, una volta soltanto, che noi giornalisti trovassimo non solo l’orgoglio di alzare la voce (quando lo troviamo…), ma il faticoso coraggio di rimanere in silenzio. Un principio su tutti, il diritto di cronaca nulla a che fare con la pornografia del dolore che fino a oggi abbiamo visto in Tv a proposito della tragedia della ragazzina di Avetrana”. E se proprio molti media non riescono o non possono farlo, perché non proviamo noi “fruitori” finali a porre fine a questo obbrobrio cambiando canale o mezzo per far calare l’audience? Il caso “tira” come si dice. Peccato che si sia del tutto rimosso il rispetto per la morte di una ragazzina. E se quello che produce ascolto è il pubblico che esso si ricordi di cosa si sta parlando prima di appassionarsi in maniera morbosa. L’uccisione di una bambina.

 

Articoli Recenti

Sport, Fair Play Menarini: svelati i partecipanti al talk show ‘I campioni si raccontano’.

Il percorso del 28° Premio Internazionale Fair Play Menarini non si ferma. Dopo la meravigliosa cerimonia di premiazione dello scorso 4 luglio, la manifestazione dedicata ai...

Italtennis, ritorno alla vita: Campionesse del mondo.

Alla Martin Carpena Arena di Malaga risuonano ancora le note di Modugno. Volare, nel blu dipinto di blu, questa volta a far spiccare il...

La Dottoressa Maria Laura Sadolfo e l’innovativo Progetto “365 Parola d’ordine Benessere” per la scuola e la famiglia.

Oggi per la nostra rubrica ideata e curata dal nostro Direttore Editoriale Professoressa Angela Bernardo in collaborazione con l'autorevole medico legale Mariagrazia Celestino abbiamo...

L’indagine, 1 paziente su 3 ritiene difficile uscire dalla depressione.

Oltre la metà delle persone affette da depressione (58%) considera difficile formulare la diagnosi della patologia e per 1 paziente su 3 è una...

Un ragazzo nel Bolognese aggredisce un capotreno e gli fa saltare due denti.

Ancora una violenta aggressione a un capotreno nello svolgimento del suo lavoro. Aver chiesto a un ragazzo di esibire un biglietto su un treno regionale...