Giornata da ricordare, questa, per i colori azzurri. La Para atletica italiana mette a segno un altro colpo grosso dopo il bronzo vinto da Oney Tapia nel disco F11 nelle prime ore della sessione mattutina di gare.
La medaglia numero quattro dell’Italia la porta Martina Caironi, una delle atlete abituate ad eccellere e a non mancare mai un appuntamento con il podio.
Ai suoi terzi Giochi da Londra 2012, la saltatrice e sprinter bergamasca si laurea vicecampionessa paralimpica nel salto in lungo T63, accorpato alle categorie T61 e T42. L’argento ha il sapore agrodolce per la primatista mondiale di specialità che, nonostante sia riuscita ad avvicinare il suo record iridato di 4 centimetri con la misura di 5,14, aveva sperato di fare di più.
A sfidarla la rivale di sempre, la biamputata Vanessa Low che, dopo Rio 2016, le strappa nuovamente il più alto gradino del podio con il record del mondo T61 infilato all’ultimo salto.
L’analisi della gara da parte della pluridecorata delle Fiamme Gialle è molto lucida: “La pedana, molto veloce, è stata stranamente complicata. Ho messo grande energia nei primi due salti, di cui due nulli. Il primo avrebbe potuto portarmi ad una misura ottima. Nonostante l’esperienza, in una gara importante e quando ti trovi sotto, si rischia di andare in confusione. In realtà ero concentrata tanto da azzeccare il salto del 5,14 ma non è bastato. La mia avversaria viaggiava su altre misure. Io sapevo di poter arrivare a 5,30 che era poi il mio obiettivo, ci ho provato e non è arrivato. Comunque non bisogna buttare via la gara, sono ancora qui dopo cinque anni dove sono successe tantissime cose. La Low è un’ottima saltatrice e ha una tecnica totalmente diversa dalla mia perché ha la doppia amputazione. La conosco dal 2010 e ci siamo sempre sfidate anche se è di un’altra categoria. Anche nelle edizioni precedenti è sempre stata 10 centimetri avanti a me e questo forse è fastidioso. In ogni caso questa medaglia vale tutti gli sforzi fatti quest’anno e vale il 50% dei sacrifici. Per l’altro 50% ci vediamo dopodomani.”
Sabato prossimo la Caironi sarà impegnata nei 100 T63 in una sfida serrata con le compagne azzurre Ambra Sabatini e Monica Contrafatto.
A Tokyo però c’è un’altra bella storia da raccontare ed è quella di Nicky Russo. Convocato in azzurro dopo un anno di prove esemplari nel getto del peso F35 che lo hanno portato al bronzo europeo, il lanciatore lucano si esprime alla meglio nonostante le condizioni climatiche avverse e si piazza all’ottavo posto nella specialità.
Il suo migliore tentativo vale 12,58, ma il podio è lontano: “È da un mese che sto sognando e ho fatto fatica a capire dove mi trovavo. Quando sono entrato allo stadio, ho realizzato che stavo disputando le Paralimpiadi. Spero di riviverla quest’esperienza, magari facendo un risultato migliore e facendo vedere quello che valgo, non queste misure. Non è una scusante, pioveva tanto, con la sclerosi sono instabile dovendo fare appoggio solo sulla gamba destra. Purtroppo al secondo lancio sono leggermente scivolato e da lì la mia gara a livello mentale è finita. Vorrei far capire a tutti la bellezza di quello che si vive stando qui con tutti questi atleti professionisti che vanno oltre le proprie possibilità. Ora tocca a me dimostrare con i fatti di essere degno di poter partecipare ad un’altra Paralimpiade.”
Le gare di domani presentano il ritorno in competizione per la campionessa Assunta Legnante, già argento nel disco, impegnata nel getto del peso F11 e per Ndiaga Dieng alle prese con la finale dei 1500 T20 dopo il quinto posto nei 400.
Le gare sono trasmesse in diretta dalla Rai (Rai 2, RaiSport, RaiPlay).
Foto di archivio: Marco Mantovani/FISPES
Il programma orario degli Azzurri
https://fispes.it/news/atletica-paralimpica-tokyo-2020-il-programma-orario-degli-azzurri
Sintesi classificazioni funzionali
http://www.fispes.it/atletica/classificazioni-funzionali/