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Intervista alla Consigliera regionale del Lazio on. Michela Califano sul presente e il futuro della formazione e dell’orientamento dei giovani circa l’alta specializzazione dei nuovi percorsi professionalizzanti degli ITS.

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giovedì, Novembre 21, 2024

Il cammino iniziato dalla nostra testata sull’ aggiornamento ed orientamento alle famiglie, agli studenti ed all’opinione pubblica in materia di Istituti Tecnici Superiori, continua questa settimana con un’intervista all’ on. Michela Califano del Consiglio Regionale del Lazio.

La ragione della scelta è duplice: la prima è che vogliamo fornire una prima testimonianza sul versante di un’istituzione come la Regione, che come ricorderete nella scheda informativa della settimana scorsa, viene citata come soggetto che ha “competenze esclusive” in materia di programmazione dell’offerta formativa (ed anche del diritto allo studio) e degli Istituti Tecnici Superiori (ribadito nell’attuale testo di riforma del sistema degli ITS all’art. 9).

La seconda ragione è che abbiamo scelto una Consigliera componente della IV Commissione (Bilancio, programmazione economico-finanziaria, partecipazioni regionali, federalismo fiscale, demanio e patrimonio) impegnata molto anche su temi sociali e di parità di genere, che ci può aiutare a capire l’importanza del coinvolgimento delle parti sociali su un tema così complesso come quello del raccordo tra offerta formativa, mercato del lavoro e territori.

1) On. Califano, partiamo dall’attualità , dal Suo Osservatorio della Commissione Bilancio e programmazione della Regione Lazio cosa ne pensa della maggiore attenzione e della crescita nello stanziamento di fondi e sostegni destinati alla scuola al fine di incrementare i percorsi formativi, culturali e professionali ed evitare il fenomeno della dispersione scolastica su cui è presente un punto specifico nel PNNR. Ritiene che questa sia la prima frontiera su cui investire e in primis sull’orientamento?

Il futuro del nostro Paese è nelle mani dei giovani. Noi, come genitori ed enti istituzionali, abbiamo un grande obbligo e al tempo stesso una grande opportunità: fare in modo che ogni ragazzo sia nelle condizioni di poter scommettere sulle proprie capacità, su se stesso. Quello che abbrutisce le nuove generazioni è la sensazione che tutto sia fermo, che non ci siano sbocchi, che gli sforzi non portino a nulla. Dobbiamo in tutti i modi lavorare affinché ci sia fiducia. E il primo passo è eliminare le barriere. I fondi messi a disposizione dall’Europa sono un’occasione enorme. Il documento ‘Next Generation Lazio’ che abbiamo predisposto in Regione, di cui bisogna ringraziare il vicepresidente Daniele Leodori, guarda al Lazio del 2050 e ha un intero capitolo proprio su questo elemento. Puntare sulla formazione e l’orientamento il punto di partenza per dimostrare ai giovani che vale la pena studiare per dare a se stessi e al proprio Paese nuove e inimmaginabili prospettive.

2) Dopo l’orientamento le scelte si possono rivelare più difficili per gli studenti e le famiglie. Pensa che le Fondazioni ITS rappresentino un’offerta formativa e professionale adeguata al mercato? E soprattutto come si possono far conoscere i buoni risultati conseguiti anche dal punto di vista occupazionale e coerenti con le materie insegnate nello specifico nei corsi dell’ITS per le Nuove Tecnologie della Vita a Roma e Pomezia?

Gli ITS rappresentano una grande opportunità che abbiamo e che dobbiamo imparare a ‘sfruttare’. Non a caso nel ‘Next Generation Lazio’ sono un elemento centrale nella nuova offerta formativa. È indubbio che il Lazio abbia, rispetto ad altre Regioni, delle specificità sulle quali puntare. Penso per esempio ai poli farmaceutici, di cui uno sorge a Pomezia. Da anni si parla di un potenziamento, di una valorizzazione. Tante occasioni purtroppo perse. Il Covid c’ha invece insegnato che la ricerca e l’alta formazione rappresentano il valore aggiunto di un Paese. Ci permette di salvare vite e, se vogliamo essere anche molto concreti, offre vantaggi occupazionali ed economici inimmaginabili. L’abbiamo visto con i vaccini. Noi abbiamo tutto ciò che serve. Manca l’ultimo tassello, quello di mettere a sistema tutte le ricchezze che questo Paese offre. Noi crediamo fortemente nel polo di Pomezia. Ho presentato in tal senso una mozione in Consiglio Regionale che si è poi trasformata in un punto centrale del Next Generation Lazio. Non mi sbilancio a dire come rendere tutto ciò attraente. È un percorso che dobbiamo fare di pari passo tutti insieme. Troppo spesso abbiamo parlato a noi stessi prendendo decisioni che poi si sono rivelate un buco nell’acqua. È necessario cambiare metodo e strategia. Bisogna mettere a sistema domanda e offerta e da lì partire per rendere quest’offerta sempre più compatibile con le sfide che ci si presentano di fronte. Abbiamo di fronte una enorme opportunità che va assolutamente valorizzata, a partire dal rafforzamento delle Fondazioni esistenti, come quella di Pomezia/Roma nel settore chimico-farmaceutico e biotecnologico, che ha sperimentato con successo un modello positivo di occupazione (100% dei loro diplomati occupati in pochissimo tempo) con le imprese del mondo di Farmindustria che richiede numeri crescenti di tecnici qualificati e motivati.

3) Dopo la formazione specialistica , a Suo avviso, ci possono essere altre modalità per facilitare la creazione di imprese e di nuovi posti di lavoro? Ad esempio incentivando con risorse ed infrastrutture start up specifiche di questi indirizzi professionali, in particolare per e con le donne, per coniugare pari opportunità con inclusione sociale?

Crediamo fortemente nei giovani, nella loro spinta propulsiva e propositiva. Ogni anno la Regione Lazio aiuta centinaia di start up a spiccare il volo. Non a caso, insieme alla Lombardia, siamo la Regione con il maggior numero di nuove imprese nate, il maggior numero di imprese giovanili e quella con il miglior Pil. Siamo stati anche i primi a prevedere sgravi fiscali alle imprese femminili. Significa che la strada è quella giusta. Abbiamo creato i cosiddetti ‘Spazi Attivi’ Innovation Center che aiutano le nuove startup a partecipare ai bandi e forniscono strumentazioni di ultimissima generazione accompagnandole nei primi anni di vita. Inutile girarci intorno, il futuro è la formazione e l’alta specializzazione.

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