Con questa intervista Enrichetta avvicina i lettori alla disciplina del paragility dog, uno sport che unisce l’attività motoria per persone con disabilità con la più tradizionale agility dog, uno sport cinofilo in cui il cane guidato dal conduttore affronta un percorso ad ostacoli. Si tratta di uno sport poco conosciuto in Italia, seppure diffuso e praticato a livello internazionale. L’impossibilità di condurre una deambulazione autonoma e la criticità delle condizioni generali non hanno impedito ad Arianna, supportata da sua mamma Sabrina, di partecipare a numerose competizioni internazionali e ai campionati mondiali che ogni anno si disputano in una località diversa in Europa.
Come è nata la passione per questo sport e quale è stato il primo incontro con la paragility dog?
Nonostante la neuro riabilitazione sia iniziata subito dopo l’incidente in motorino del 2007 ancora oggi rimangono problemi motori e la deambulazione di Arianna è possibile solo se accompagnata. E’ stata la relazione che si è stabilita per gioco tra la ragazza e un cane acquistato nel 2018 e la partecipazione di mio figlio Michele al campionato mondiale di agility dog del 2011/2012 a favorire l’ingresso di Arianna in un percorso nuovo di cui non potevamo conoscere gli sviluppi futuri.
Nel 2015, addirittura Arianna è stata la prima atleta italiana con disabilità a partecipare alle competizioni internazionali favorendo in seguito l’inserimento nella squadra di altri atleti con disabilità. La paragility dog che, come è stato detto, collega molto bene la parte motoria con quella mentale può essere praticata da persone con disabilità di qualsiasi natura e disputata con tutti i supporti possibili, il deambulatore, la sedia a ruote elettrica, la stampella o l’accompagnatore. Questo sport ha cambiato la vita di Arianna perché le ha consentito di creare scopi diversi e di sperimentare l’esperienza di una nuova vita.
Ѐ importante che si offrano a tutte le persone con disabilità le opportunità di uscire di casa, di avere un impegno sportivo o di altra natura, insomma di costruire un nuovo modo di stare al mondo e di liberarsi dell’indifferenza della gente. Siamo sempre supportati dal calore delle persone che assistono alle gare e abbiamo stabilito contatti con atleti con e senza disabilità provenienti da tutta Europa. Nel 2022, dopo l’annullamento causa Covid-19 di Berna 2020 e Finlandia 2021, speriamo che i campionati mondiali si svolgano come previsto in Italia.
Quali sono gli ostacoli che Arianna ha incontrato prima di avvicinarsi allo sport e su che cosa oggi dobbiamo puntare per andare oltre e superare l’indifferenza?
Per prima cosa bisognerebbe intervenire per modificare la mentalità comune che si trova tra la gente e impegnarsi per affrontare la disabilità e per renderla vicina anche a coloro che ne sono spaventati. Di sicuro la conoscenza del problema e l’educazione all’ascolto contro l’ignoranza e l’emarginazione possono fare la differenza per avvicinare senza pregiudizi sia Arianna quando è fuori casa che tutti coloro che presentano una diversità fisica o mentale.
I bambini e i giovanissimi devono sempre essere educati alle differenze dai genitori e dagli insegnanti e possono di sicuro imparare ad apprezzare anche i minimi miglioramenti e ad avvicinarsi ai loro compagni con serenità per offrire uno sguardo non diffidente e non respingente. Incontrare le barriere non aiuta la vita quotidiana di Arianna che, come tutti, ha la necessità ma anche il piacere di uscire di casa e di svolgere agevolmente le sue attività sportive o ricreative. Spero che anche in Italia sia possibile presto un migliore approccio naturale e spontaneo alla disabilità, anche da parte degli operatori domiciliari e riabilitatori e che non sia sempre necessario recarsi all’estero per godere di migliori condizioni relazionali
Il Dipartimento Scuola di FIABA, come sappiamo, ha a cuore l’inclusione per le persone con disabilità e si adopera per il contrasto dell’indifferenza a favore della conoscenza. Sappiamo anche che in Italia la scuola inclusiva, rispetto ad altri Paesi europei, offre agli alunni e studenti con disabilità di vivere con i compagni di classe la loro esperienza scolastica. Il numero non sufficiente di insegnanti di sostegno specializzati rappresenta un problema da affrontare ma i disagi più grandi si presentano semmai al termine della frequenza scolastica. Le relazioni vengono meno oppure si limitano prevalentemente ai contatti con le associazioni e ci si sente avulsi dal contesto.
Ѐ proprio questa la situazione che più scotta! Nel nostro caso, le relazioni con gli amici e i conoscenti si sono bruscamente interrotte dopo l’incidente di Arianna. Mi sarei aspettata maggiore solidarietà e vicinanza e invece prevalgono la solitudine e il distacco. L’inclusione di cui tanto si parla difficilmente si realizza nel nostro quotidiano e la concretezza ha poco riscontro.
Il problema che lamento è diffuso dappertutto e di questo sono sicura perché nella clinica di neuro riabilitazione svizzera che Arianna frequenta incontro molte famiglie provenienti da quasi tutte le regioni italiane che affermano a loro volta di vivere le medesime condizioni di marginalità. Quindi è importante educare tutti all’approccio costruttivo con i nostri giovani con disabilità affinché, finalmente, vengano considerati ‘persone’ prima ancora che malati.
Riconosco però di aver trovato un ambiente sportivo di gara molto solidale dove è stato facile trovare e coltivare amicizie, scambiare rapporti alla pari dove Arianna è sempre stata protagonista.
Tornando all’esperienza agonistica di Arianna, ci spiega il rapporto che la ragazza ha con il suo cane e come è stato possibile costruire tale rapporto per consentirle di gareggiare nella paragility dog. Come si svolge l’allenamento?
I cani che gareggiano e in genere tutti i cani hanno con Arianna un rapporto basato principalmente sul gioco e sulla spontaneità dei movimenti. Mostrano una sensibilità non comune e hanno straordinarie capacità di adattamento alle condizioni di Arianna. Vengono allenati da me personalmente al superamento degli ostacoli di gara che, con il passare del tempo sono aumentati di numero e di difficoltà.
Sempre, prima di ogni gara Arianna viene accompagnata nel giro di ricognizione del percorso da compiere, questo per creare le migliori condizioni possibili per condurre il cane, dare i comandi e tenere i tempi.
Anche se si commettono errori l’importante è gareggiare e trasmettere messaggi positivi ad altre persone con disabilità, ai genitori che li accompagnano e a tutti coloro che cercano un mondo nuovo da scoprire e da vivere per ricostruire la propria vita.
Quale messaggio finale si sente di dare a tutti i lettori del Dipartimento Scuola FIABA?
Il messaggio più importante è sicuramente quello di favorire tutti i ragazzi e le persone con disabilità ad uscire da casa, a cercare uno scopo e a rinnovare le proprie aspettative in attività esterne da vivere in mezzo alla gente. Educare e rendere consapevoli tutti significherebbe offrire alle persone con disabilità uno spazio di amicizia e incontro. Arianna vive con grande gioia e soddisfazione la sua partecipazione alle gare ed è grata a tutti gli amici e a tutti coloro che la seguono nelle varie tappe europee e la incoraggiano a continuare il suo impegno.
Ringraziamo Sabrina Savoia per aver contribuito a dare slancio ai temi trattati e, soprattutto, per essere riuscita ad incentivare la partecipazione attiva dei giovani con disabilità sia nello sport che nella vita sociale in genere.
Speriamo sia possibile un incontro tra il Dipartimento Scuola di FIABA e Arianna e quanti si riconoscono nelle parole di Sabrina, magari in occasione dei prossimi campionati mondiali in programma in Italia.