Il governo Draghi ha deciso di non finanziare più il cashbank per il 2022. L’iniziativa adottata dal governo Conte II sembra non aver dato i risultati sperati dal punto di vista fiscale anche se lo scopo dell’iniziativa era infatti quello di spingere gli italiani ad abbandonare l’uso dei contanti sembra aver avuto successo. Nel 2019 un’ indagine dell’istituto mUp Research calcolava che quasi il 60%, dei 22,4 milioni di italiani non disposti ad abbandonare il contante, avrebbe rinunciato solo se incentivata da una forma di rimborso simile al chasback. Dai dati si registra che nei primi sei mesi del 2021 che i pagamenti digitali sono cresciuti del 41% ( Osservatorio Innovative payments, school of management del Politecnico di Milano). Un’ analisi di Facile.it conferma il mutato atteggiamento degli italiani verso la moneta elettronica con il 39% di aumento di ricerche di carte prepagate nel primo semestre dell’ anno, fenomeno che ha riguardato in particolare i giovani under 34. Questo cambiamento del metodo di pagamento degli italiani non ha lasciato indifferenti i grandi gruppi bancari che hanno quindi deciso di adeguarsi prevedendo loro una politica di cashbank in grado di andare verso le esigenze dei correntisti. Ivano Cresto, managing director financial products di Facile.it Innovative payments, school of management del Politecnico di Milano, spiega “ Fino a che l’iniziativa statale è rimasta in vigore, alcuni istituti di credito hanno integrato all’interno del proprio home banking l’app ufficiale del cashback di Stato, aiutando così i propri clienti a partecipare all’iniziativa; ora che il cashback statale non è più in vigore, alcune banche hanno scelto di proporre un proprio meccanismo di cashback, con l’obiettivo di continuare a incentivare l’uso dei pagamenti elettronici da parte della clientela”. Gli istituti di credito stanno portando avanti un cashback basato o su un rimborso fisso legato alle transazioni o su una percentuale del 10% che progressivamente va a ridursi fino all’1%
venerdì, Novembre 22, 2024