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Da gennaio 2022 ‘sforbiciata’ al Reddito di cittadinanza per le persone con disabilita’ . Falabella (FISH): “Necessario un intervento legislativo urgente per restituire gli importi decurtati”.

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Nei giorni scorsi l’ Inps ha deciso, senza alcun preavviso, di dare un taglio agli importi del Reddito di cittadinanza di centinaia di migliaia di persone con disabilità, e sono, pertanto, partite subito varie iniziative per risolvere il problema tra cui la prima in ordine di tempo è stata quella della FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap che in una nota del 28 gennaio ha fatto presente di aver ricevuto numerose segnalazioni da parte di famiglie con disabilità, “chenon vivono di certo nell’agiatezza finanziaria, le quali riferiscono che a partire da ieri, 27 gennaio, si sono viste decurtare o addirittura azzerare dall’INPS il Reddito di cittadinanza in seguito all’aumento delle pensioni di invalidità, stabilito dalla nota Sentenza n. 152, prodotta nel 2020 dalla Corte Costituzionale”.

Infatti, nello specifico, tale taglio è andato a colpire i nuclei familiari in cui è presente un invalido totale percettore della pensione di invalidità che dal 2020 ha avuto un adeguamento economico.

Questa la dichiarazione al riguardo del Presidente della FISH Vincenzo Falabella : “Quanto sta accadendo è una situazione inaccettabile, rispetto alla quale dobbiamo ancora una volta registrare che si dà (meno) da una parte, per togliere (di più) dall’altra. Per questo intendiamo richiedere un intervento legislativo urgente, ovvero una proposta emendativa da inserire all’interno di un Decreto Legge di prossima emanazione, che modifichi i parametri utili alla concessione del Reddito di cittadinanza, alla luce dell’aumento delle pensioni di invalidità stabilito dalla Corte Costituzionale”. Per poi aggiungere: “Va ricordato a questo punto che la citata Sentenza 152/20 della Consulta aveva portato due anni fa ad un aumento variabile delle pensioni percepite da persone con invalidità civile totale, ciechi civili assoluti e sordi (poco più di 291 euro al mese), fino a un massimo di 368 euro e non per tutti. A tal proposito l’Inps, nel rendere attuativo quanto disposto dalla Corte Costituzionale, aveva in un primo tempo conteggiato quegli aumenti nell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), che aumentando a propria volta avrebbe in pratica vanificato gli aumenti stessi”.

In conclusione ha affermato con convinzione: “Ma come abbiamo già fatto nell’autunno scorso, sul fronte delle pensioni di invalidità civile parziale e più recentemente sull’errore poi ammesso dall’INPS in relazione all’ISEE, siamo pronti sin da subito a fare tutto il possibile per rimediare a questa stortura. Non intendiamo infatti stare a guardare questo ennesimo attacco a famiglie costrette a vivere spesso ai limiti dell’indigenza. Dal mondo della politica ci attendiamo ora immediate risposte”.

Alla luce di queste dichiarazioni è dunque evidente che sarà necessario un intervento legislativo, considerandoanche che l’Inps in questi giorni ha confermato che si tratta di una applicazione secondo quanto “stabilisce la norma”.

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