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Regione Lazio stanzia fondi a tutela della salute di giovani in difficoltà psicologica e persone disabili.

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Parte certamente da questa consapevolezza l’impegno profuso da Fabio Capolei, vicepresidente della VII Commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare della Regione Lazio.

Il politico azzurro nel recente Consiglio regionale ha visto approvati tre ordini del giorno a sua firma, tutti relativi a tematiche oggi di primo piano. Capolei volge lo sguardo all’altro, consapevole della necessità di garantire supporto integrato alle persone vulnerabili o rese fragili da questi anni tanto complessi.

I giovani secondo Eurofound Europa

Conoscendo i dati contenuti nella relazione di Eurofound Europa sull’impatto della pandemia sui giovani nell’Unione europea – che fornisce un quadro complessivo allarmante – il vicepresidente muove le sue proposte.

Proteggere i cittadini, e i giovani in particolare, dagli effetti della crisi, limitando i danni in termini di perdita di posti di lavoro, condizioni di vita e benessere mentale diventa un obiettivo prioritario. I governi europei hanno riconosciuto le ripercussioni sproporzionate che la crisi ha avuto sui giovani. Rispondendovi con l’introduzione di misure volte a promuovere la continuazione degli studi, offrire apprendistati e migliorare l’accesso alla protezione sociale.

Significativi i numeri sui NEET. Acronimo per Not in Education, Employment or Training, indica la popolazione di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non è né occupata, né inserita in un percorso di istruzione o di formazione. La loro percentuale copriva il 12,6 % nel 2019.  Ora si intende ridurla, anche attraverso il piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali NextGenrationEU, al 9 % entro il 2030.

Agire adesso

Ma il tempo dell’azione è ora, non c’è altro tempo da perdere. Il benessere mentale dei cittadini – e soprattutto dei giovani – è crollato, il ricorso ai farmaci è aumentato a dismisura.

La bocciatura del bonus psicologo a fine anno ha alienato la possibilità, sostenuta dal Parlamento, di dare supporto concreto a quanti hanno sofferto e stanno soffrendo crisi psicologiche legate alla pandemia, ma che non possono permettersi l’accesso ad un sostegno terapeutico. Giuste le polemiche sul fatto che ci si interessi su bonus terme/rubinetti/zanzariere piuttosto che prendersi cura della salute mentale della popolazione italiana.

Quella di Capolei è una risposta anche a questo. Vediamo cosa implica l’approvazione dei tre ordini a sua firma.

Fondo a sostegno della figura dello psicologo di cure primarie

È di quasi un anno fa la proposta della Commissione Sanità del Lazio di una legge regionale relativa alla sperimentazione dello Psicologo per le Cure Primarie. La necessità muove dai dati diffusi dall’Agenzia Italiana del Farmaco – Aifa sull’utilizzo di psicofarmaci per il trattamento di ansia, nevrosi, attacchi di panico e insonnia. 3,7 milioni i cittadini italiani che vi hanno fatto ricorso nel 2017. Nello stesso anno è stato registrato il consumo di 50 dosi giornaliere di benzodiazepine ogni mille abitanti.

Numeri che, certamente, sono ulteriormente cresciuti nell’arco temporale corrispondente alle ondate pandemiche da Covid-19.

Intercettare i bisogni

Lo psicologo di cure primarie potrà prevenire la cronicizzazione di determinate patologie, favorendo la diminuzione del disagio psichico e promuovendo corretti stili di vita – anche in ambito psicologico – nonché attivando la rete sociale a supporto dei cittadini.  Soprattutto se impegnato a fianco del medico di medicina generale – medico di base, inoltre, potrà evidenziare in quali pazienti sia necessario un intervento di tipo psicologico o psicoterapeutico.

Fondo a sostegno dell’ortoterapia e della ippoterapia come strumento terapeutico per le persone con disabilità

Importante la possibilità di disegnare progetti specifici che trovino in attività diversionali lo strumento più idoneo per la cura – intesa nel senso più ampio del termine – di persone con disabilità fisica o psichica. L’Italia da questo punto di vista è maestra. L’Associazione Italiana di Riabilitazione Equestre – Anire, fondata dalla compianta Danièle Nicolas Citterio, è punto di riferimento nazionale.

Secondo le Linee Guida Ministero della Salute del 2015 la terapia assistita con il cavallo rappresenta un “intervento a valenza terapeutica finalizzato alla cura di disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, cognitiva, emotiva e relazionale, rivolto a soggetti con patologie fisiche, psichiche, sensoriali o plurime, di qualunque origine”.

Azione congiunta

Vogliamo ricordare che sono molti gli Enti del Terzo Settore che collaborano con il SSN per garantire l’erogazione gratuita di questi interventi terapeutici con cavalli, animali fedeli e intelligenti, appositamente selezionati. Insieme, concorrono al miglioramento delle condizioni sopra indicate, alleviando anche le famiglie dall’accompagnamento e dalla gestione diretta della terapia con quello spirito di solidarietà che è caratteristico del popolo italiano.  

Non meno importante è il ricorso alla natura per favorire la riduzione del disagio sociale e della solitudine, così come per sostenere le persone con disabilità psichica, aiutando anche a sviluppare la motricità.

Il potere del lavoro a contatto con la natura

L’ortoterapia ne sfrutta la positiva influenza terapeutica che, utilizzata da secoli, rende le attività a contatto con le piante, la coltivazione dell’orto in particolare, vero momento taumaturgico. Coltivare un orto significa pianificare azioni precise, metterne in relazione causa ed effetto, essere pazienti e costanti, vivere la soddisfazione del frutto – nel vero senso della parola – del proprio impegno.

I cinque sensi sono positivamente sollecitati, vengono liberate endorfine, il senso di pienezza è assicurato.

Fondo a sostegno del turismo delle persone con disabilità

L’ordine firmato da Capolei prende spunto dalle recenti disposizioni del Governo in tema di promozione della piena accessibilità ai servizi turistici. Ma cosa si intende per accessibilità?

Essa riguarda la fruibilità di un qualcosa – quindi anche un luogo – da parte di una qualsiasi tipologia d’utente. In altre parole è la capacità degli ambienti – e degli oggetti e dei servizi – di essere utilizzati da quante più persone possibile.

L’accessibilità va ben oltre la possibilità di entrare in un museo grazie a un ascensore per disabili o attraversare la strada in sicurezza per un ipovedente. Significa allargare il campo delle azioni che alcuni tra noi non possono compiere se non a determinate condizioni. Perché le strutture turistiche possano accogliere tutti occorre avere consapevolezze delle molteplici barriere, abbattendo gli stereotipi sul pubblico tipo.

Nessuna barriera

Le barriere, difatti, non sono solo quelle motorie. Sono anche sensoriali, cognitive, tecnologiche ed economiche, fisiche – tridimensionali.

 La parola disabilità invece rimanda alla ridotta capacità d’interazione con l’ambiente sociale rispetto a quanto è considerato la norma. La disabilità modifica e riduce l’autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane, ponendo troppo spesso in condizioni di svantaggio nel partecipare alla vita sociale.

L’inclusione lavorativa di persone con disabilità è un impegno da non procrastinare oltre. Rendere accessibile il nostro meraviglioso territorio per ogni persona con disabilità, è un obiettivo di responsabilità sociale.

Chiara Francesca Caraffa

Fonte: https://www.consulpress.eu/regione-lazio-stanzia-fondi-a-tutela-della-salute-di-giovani-in-difficolta-psicologica-e-persone-disabili/

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