IQ. 23/03/2013 -Nel condividere le preoccupazioni della Segreteria nazionale della UILA, seguite al testo approvato dai Ministri europei, per la riforma della PAC,
(rif.: comunicati stampa in homepage www.uila.eu) e ribadite dal Segretario Generale della UILA UIL Stefano Mantegazza, ancora una volta, ieri, a margine della conferenza stampa del Ministro per l’Agricoltura, Mario Catania (Rif.: comunicato stampa http://www.uila.eu/webapp/ComunicatoDettaglio.aspx?idComunicato=534 ), troviamo drammaticamente attuale il silenzio stampa delle parti agricole trentine, ancora una volta soccorse, in campagna elettorale, dagli amici del Bauernbund e dai rappresentanti della SVP, che si sono spesi per le alleanze vigenti, lealmente, così in Trentino, come in Italia ed Europa.
I prossimi stati generali dell’agricoltura trentina, più che ulteriore occasione pre elettorale, per tessere le lodi dell’agricoltura di montagna, in un contesto d’Euregio, siano dunque un momento di confronto autentico, laico e propositivo, sulle inquietanti ombre, che, ben lungi dal rimanere abbagliate dalle luci delle passerelle della comunicazione istituzionale e del marketing event, o dalle farfalle trentine, spesso avvelenate, concretizzino opzioni di action lobbing ed avvisi comuni delle parti agricole trentine e dei territori comunque confinanti, dall’alto garda alla terra dei forti, al feltrino, tanto per uscire dalla retorica propagandistica di chi si ostina a guardare solo in direzione del Brennero, senza riconoscere distanze ormai incolmabili, con il modello sudtirolese, capace di sinergie ed action lobbing trans frontaliero, ma anche di coniugare le politiche dell’eccellenza con la valle della Mosella ed altre zone agricola a forte vocazione economica e turistica, dove il paesaggio sia il bene comune, diversamente custodito nel rispetto e nella valorizzazione della biodiversità e delle specie autoctone.
Urgono politiche agricole che dovranno resistere all’erosione del valore dei terreni, alla moria di piccole aziende, su cui i dati del censimento dell’agricoltura trentina rimangono gelosamente custoditi dal Servizio statistica della PAT, e forse nelle segrete del convento di San Michele all’Adige, che dovranno fare filiera, corta prima di tutto, e senza continuare ad insistere sui mega investimenti per il posizionamento in global merchandising di improbabili gadget turistici, come lo yogurt trentino a Dubai, spacciati per global brand presunti, dalla retorica un ‘ arruffona dell’attuale Trentino marketing.