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Covid e rischio trombosi. Trovato un sistema di cura da parte di un gruppo di ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma.

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lunedì, Novembre 25, 2024

Una delle principali cause di morte del Covid 19 è la trombosi. Questa è determinata da diversi fattori tra cui l’età avanzata ed alcuni parametri del sangue. La scoperta di questa correlazione è stata fatta da un gruppo di studiosi dell’Università La Sapienza di Roma, guidati da professore Francesco Violi del Dipartimento Medicina Interna e Specialità mediche. I ricercatori con due diversi studi sono riusciti a individuare dei criteri con cui aumentare la possibilità di individuare quali malati Covid hanno maggiore possibilità di essere colpiti da trombosi e come portare avanti un’opportuna terapia di cura. Il primo studio è stato pubblicato su ‘Thrombosis and Haemostasis’ ed è una ricerca multicentrica, effettuata su 674 pazienti affetti dal virus di cui sono state analizzare l’età, l’albumina serie e i livelli di D-dimero, un frammento proteico della fibrina, sostanza che crea i trombi nei vasi sanguigni. L’analisi di questi elementi ha permesso di identificare chi più corre il rischio di coaguli ovvero chi può vedere una combinazione tra età elevata ( più di 70 anni) , bassa albumina e D-dimero elevato. Il professor Violi spiega come: “ avendo a disposizione questo punteggio, chiamato Ada score è adesso possibile stabilire chi è a maggiore rischio di trombosi e che ha necessità di un trattamento anticoagulante”. L’altra ricerca, pubblicata su ‘Haematologica’, si interroga se la prevenzione delle trombosi debba essere affrontata con una terapia anticoagulante standard o con dosi profilattiche più moderate. I ricercatori dell’ateneo romano hanno confrontato i due trattamenti giungendo alla conclusione che le dosi standard di anticoagulanti sono da preferire a quelle profilattiche. La metanalisi diretta dal professor Violi è stata effettuata su 4500 pazienti e ha portato a ritenere che il trattamento standard sia più adatto s per ridurre “ gli eventi trombotici” e la mortalità.

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