Un bel messaggio di body positivity arriva dalla Lombardia, più precisamente da Rho, dove undici donne, accomunate da forme generose, hanno deciso di fondare la Nazionale Italiana Curvy Calcio.
Come riportato da La Repubblica, la squadra è stata creata da Francesca Angelo di Corsico, nella provincia di Milano, e dall’allenatore Moreno Buccianti con l’obiettivo di mettersi in gioco ma soprattutto lanciare un forte messaggio per l’accettazione di se stessi.
“Vogliamo sfatare lo stereotipo secondo cui le donne curvy non amano fare attività fisica e non si curano di se stesse. Con la nostra grinta dimostreremo che invece siamo sempre pronte a migliorarci. Curvy sì, ma in salute” ha dichiarato la fondatrice.
Le undici donne si sono allenate per la prima volta in questi giorni a Rho e attualmente è in fase di programmazione il calendario dei prossimi impegni calcistici. E se qualcuno può constatare come “taglie forti” o “curvy” possano essere termini discriminatori, la Nazionale risponde: “Sappiamo benissimo che appiccicare un’etichetta alle persone è profondamente sbagliato, ma la nostra Nazionale è nata per dare un messaggio diametralmente opposto. Una fisicità ‘generosa’ non è necessariamente legata agli stili di vita sbagliati a cui viene spesso associata nell’immaginario collettivo, come il consumo smodato di junk food. Anche le donne curvy amano lo sport e le abitudini sane.”
Un messaggio per il prossimo, ma anche storie di discriminazioni vissute sulla propria pelle; come quella della giocatrice Flavia Gentiluomo, che nello sport ha trovato la sua rivincita.
“Quand’ero piccola mi vergognavo del mio corpo e invidiavo le altre ragazze, che dalla mia prospettiva erano perfette, mentre io mi vedevo goffa, grassa e nanerottola. Poi ho imparato a conoscermi e ad apprezzare le qualità del mio fisico indipendentemente dalla forma: non sono bassa ma compatta, non sono grassa ma massiccia, non sono sgraziata ma dirompente. Così il mio corpo è diventato la mia corazza, il mio compagno di viaggio, il mio biglietto da visita. Lo sport mi ha aiutato a capire molto di me e spero che questo progetto, che considero un’occasione per rimettermi in gioco e cimentarmi nell’esperienza di una squadra, possa aiutare altri a fare lo stesso.”
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