Svolta nella cura del cancro.
La Food and Drug Administration (FDA) ha approvato l’uso combinato di dabrafenib (Tafinlar) più trametinib (Mekinist) per il trattamento di pazienti adulti e pediatrici di età pari o superiore a 6 anni con tumori solidi non resecabili o metastatici con una mutazione BRAF V600E.
Una decisione che rivoluziona il mondo della pratica clinica e che di fatto riconosce l’esistenza del ‘BRAFoma’ cioè – come spiega Giuseppe Palmieri, past president IMI – Intergruppo Melanoma Italiano, professore ordinario oncologia medica all’Università di Sassari, che ha partecipato alla scoperta di questo gene e per primo ha studiato questa mutazione e le sue implicazioni – “un bersaglio da trattare con le terapie a prescindere dal tipo di tumore solido”.
Le mutazioni BRAF sono state identificate come fattori trainanti di crescita in più di 20 diversi tipi di tumori solidi, compresi i tipi di cancro rari. “Oggi sappiamo – afferma Palmieri – che la variante V600E è responsabile fino al 90% dei tumori con mutazione BRAF.” In questo contesto dabrafenib/trametinib è la prima e unica combinazione di inibitori BRAF/MEK ad essere approvata con indicazione tumore-agnostica ed è l’unica combinazione di inibitori BRAF/MEK approvato per l’uso in pazienti pediatrici.
“Una decisione storica”, commenta Palmieri che aggiunge: “nei nostri studi abbiamo sempre sostenuto che si potesse trattare la mutazione e non il tumore. Malgrado sapessimo che BRAF V600E fosse tipico del melanoma eravamo convinti che potesse essere in assoluto un marcatore bersaglio di terapie e che anche altri tumori solidi potessero beneficiare degli stessi successi terapeutici.” Di qui l’appello: “Come IMI – conclude – vista la nostra esperienza, ci auguriamo che EMA e AIFA recepiscano a breve questa decisione e che il test BRAF diventi un passaggio diagnostico di routine per consentire una nuova opzione per il trattamento a tutti i pazienti con tumori solidi”. (ANSA).