Risparmio energetico o povertà energetica? Secondo Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, il confine «è grigio, in particolare in Italia, un paese che si sta impoverendo dalla crisi dal 2008, perché il suo Pil non cresce più». Tabarelli mette in guardia dalla retorica del risparmio energetico e dai suoi rischi: Proprio per il calo del pil dal 2008, ricorda «i consumi energetici sono calati di 30 milioni tonnellate equivalenti a 167, ma questo almeno per metà, è dovuto alla deindustrializzazione, all’arretramento delle sue grandi imprese ad alto consumo di energia. All’altro estremo, nei condomini delle periferie della città, le bollette le famiglie fanno fatica a pagarle», scrive su la Stampa.
«A livello nazionale l’incidenza della bolletta gas e elettricità sul reddito medio annuo di una famiglia era del 5%, in condizioni normali, ora siamo al 10%, ma sono milioni le famiglie che hanno redditi bassi e per le quali l’incidenza sale al 20 o 30%. Le ultime disposizioni del governo circa i risparmi negli edifici della pubblica amministrazione o nei condomini, nella migliore delle ipotesi, ci porteranno un risparmio non superiore a 3 miliardi di metri cubi su base annuale. Le stime ottimistiche dell’ultimo piano di risparmio del governo danno valori oltre i 5 miliardi». Tra mancati arrivi dalla Russia e nuove forniture, spiega Tabarelli, «arriviamo a mala pena a 20 miliardi e ce ne mancano ancora 9».
«Questi sono i calcoli su base annua, ma quello che conta è quest’inverno, quando dovremo fare razionamento se la Russia dovesse, come probabile, tagliare del tutto. La recessione storica del 2020 della pandemia ha sottratto ai consumi 16 milioni tonnellate equivalenti petrolio, pari a 20 miliardi cubi, e se vogliamo tagliare di 9 miliardi un po’ di recessione ce la dobbiamo digerire. Serve tutto in questo momento disperato, per carità, ma pensare di affrontare la crisi spegnendo le luci a casa o nei parchi, oltre ad essere velleitario, è anche dannoso, perché distrae l’attenzione dalle vere urgenze».
«In sostanza, ipotizzando anche un risparmio del 10% sull’illuminazione, magari anche estendendo a tutto l’anno l’ora legale, il possibile calo dei consumi di gas non va oltre 0,2 miliardi metri cubi. Questo calcolo dà una misura del solito distacco fra stereotipi dell’energia e realtà delle fabbriche e delle case. Assieme alle rinnovabili, di cui tutti parlano, il risparmio è il facile appiglio per evitare questioni più difficili, come più carbone, più produzione nazionale, più rigassificatori. La solita fuga, questa volta accelerata, che» conclude «ci spingerà ancora verso l’impoverimento».
Fonte: https://www.ripartelitalia.it/tabarelli-la-stampa-si-rischia-la-poverta-energetica/