Di Riccardo Fanales IQ. 07/04/2013 – Le imprese per una Social Innovation
Il Governo italiano ha lanciato la prima Social Innovation Agenda italiana, un bilancio sulle politiche dell’ultimo anno e uno schema per il futuro, in nome di una svolta sostenibile.
“La via italiana alla social innovation” è il titolo del testo presentato recentemente dal ministero per la Pubblica Istruzione, in collaborazione con Euclid Network, la rete europea del Terzo Settore, e con Nesta UK.
Il documento, nato grazie al coinvolgimento di realtà pubbliche, private, no profit e di reti internazionali, traccia un bilancio delle politiche pubbliche intraprese dall’inizio del 2012 per un’innovazione a livello sociale, evidenza le risorse e delinea le linee guida per il futuro.
Partendo da esperienze italiane e internazionali, i nuovi indirizzi comprendono realizzazioni concrete, nuovi strumenti finanziari, criteri di misurazione dell’impatto, modelli di accelerazione, pratiche inclusive per una nuova generazione di servizi pubblici.
Le idee selezionate hanno l’obiettivo di offrire soluzioni innovative ai problemi legati alla sicurezza del territorio, l’architettura sostenibile, il welfare, la domotica, la salute, la scuola, la gestione delle risorse idriche, il patrimonio culturale, l’ambiente e la mobilità.
Grande spazio è dedicato alle iniziative promosse dal ministero, come gli ultimi bandi “Smart cities and communities” per lo sviluppo di città “intelligenti”, che hanno dedicato ai progetti di innovazione sociale 72 milioni di euro.
Tra i più efficaci, quelli che puntano sull’infrastrutturazione delle reti. In questo ambito il contributo dell’impresa sociale è indirizzato su reti di servizi che incidono positivamente sui livelli di qualità della vita (BES) e che contribuiscono a definire nuovi modelli di sviluppo del territorio.
Ma c’è anche una dimensione “maker” dell’impresa sociale, riguarda la produzione di oggetti che uniscono la tecnologia alle necessità dell’integrazione sociale. Vi sono molti esempi a riguardo, come i lampioni e le panchine intelligenti creati da cooperative.
Un bel settore di attività per imprese sociali, in particolare per cooperative di inserimento lavorativo che vogliono innovare la loro produzione incrementandone l’impatto sociale.
Il Ministero ha dato particolare rilievo al ruolo sociale dell’investimento in ricerca, all’idea cioè che ogni euro di risorse pubbliche investite può e deve avere un “ritorno”, una ricaduta a livello sociale, per contribuire alla soluzione di bisogni e problemi presenti nella società in cui viviamo.
Porte aperte al mondo del no profit, quindi, e alle imprese che hanno un impatto positivo a livello sociale. Il lavoro non riguarda solo investimenti finanziari che rispondono a dei bisogni immediati, ma anche iniziative a lungo termine per far lavorare insieme le risorse migliori del nostro Paese.
L’innovazione è senza dubbio un settore cruciale per un paese che cerca di uscire dalla crisi. Societing e social innovation possono davvero essere le armi in più per l’Italia.