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L’insegnante specializzato di sostegno. Artefice di inclusione: presenza e criticità.

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L’insegnante di sostegno nacque giuridicamente a seguito del D.P.R. 970 del 1975 con la denominazione di ‘docente specialista’ ed entrò nel sistema scolastico italiano nel lontano 1977 grazie alla legge 4 agosto n. 517 che archiviò definitivamente le scuole speciali e decretò l’inserimento degli alunni con disabilità nelle classi comuni.

Il lungo percorso normativo che da quegli anni prese l’avvio consentì di compiere il lento ma inarrestabile passaggio culturale e legislativo che, dall’iniziale inserimento degli alunni con disabilità nelle classi comuni, sfociò prima nell’integrazione e in tempi più recenti nell’inclusione.

Il decreto legislativo 96 del 7 agosto 2019, che più di tutti ha posto al centro del dibattito culturale italiano il concetto di inclusione scolastica degli alunni con disabilità ha introdotto importanti modifiche al Decreto Legislativo 66/2017 e attuato un’azione di rete a misura del singolo alunno.

L’attuale dibattito

Ampiamente discussa da docenti e dirigenti, docenti universitari, formatori, esperti in pedagogia, psicologi e, in definitiva, da tutti i professionisti della scuola, la figura dell’insegnante di sostegno resta oggetto di grande interesse all’interno dei dibattiti congressuali e nelle aule universitarie.

L’Italia, all’avanguardia da subito tra tutti i Paesi europei in tema di inclusione scolastica vanta ad oggi, secondo i più recenti dati ISTAT, un numero elevato di docenti di sostegno, di poco superiore a 200.000 unità ma con il 32 % di essi privi di specializzazione a fronte di circa 316.00 alunni con disabilità che frequentano le scuole di ogni ordine e grado.

L’aumento esponenziale delle richieste e il crescente bisogno di interventi personalizzati a favore degli alunni richiamano con forza l’attenzione dell’opinione pubblica sull’insegnante di sostegno e incentivano le rivendicazioni dei genitori che reclamano continuità scolastica, formazione di qualità ed interventi qualificati.

Il ruolo dell’insegnante di sostegno

Formato all’accoglienza e contitolare di classe al pari dei colleghi curricolari, l’insegnante di sostegno è oggi un docente che si occupa di inclusione scolastica ad ampio raggio e che svolge un importante ruolo trasversale nell’ambito della progettazione collegiale.

Collante tra scuola, famiglie e personale specialistico interno ed esterno, l’insegnante di sostegno coordina gli interventi didattici personalizzati ed organizza al meglio gli strumenti, i materiali e i metodi per un apprendimento ‘su misura’ sulla base delle necessità espresse dagli alunni.

È appena il caso di ricordare che l’alunno con disabilità è affidato a tutti i docenti della classe e all’intero personale operante nella scuola ed è il destinatario di un insieme di interventi didattici personalizzati e finalizzati a garantire il suo diritto all’inclusione.

L’insegnante di sostegno, in co-progettazione con l’intero Consiglio di Classe, favorisce dunque la partecipazione dell’alunno alla vita scolastica attiva senza che gli ostacoli oggettivi, fisici, sensoriali o barriere comunicative impediscano in tutto o in parte l’espressione delle sue migliori potenzialità negli apprendimenti e nella socialità.

Le criticità del sistema

Il numero ancora oggi elevato di docenti di sostegno privi di specializzazione, in molti casi senza alcuna preparazione di base, rende inadeguato l’approccio didattico ed educativo a fronte di compiti complessi, favorisce la discontinuità e la conseguente interruzione del percorso inclusivo a carico degli alunni.

La delega delle responsabilità al solo docente di sostegno, che oggi possiamo definire storica, compromette il successo formativo degli alunni e genera ripercussioni importanti sul sistema scolastico nazionale favorendo l’esodo verso l’insegnamento su posto comune al termine del quinquennio di servizio obbligatorio.

Da non trascurare, inoltre, la sindrome dello stress da lavoro correlato che frequentemente colpisce i docenti di sostegno a causa della mancanza di un efficace lavoro di gruppo tra docenti che genera, di contro, un senso di solitudine che li accompagna nel quotidiano svolgimento delle mansioni.

La riduzione e la gestione dello stress e l’entità delle sue conseguenze, non facili da affrontare senza interventi specifici a ciò delegati, reclama una maggiore attenzione da parte del contesto e un coinvolgimento dei docenti curricolari nella loro veste di corresponsabili di una progettazione condivisa destinata agli alunni loro assegnati.

La formazione per una scuola nuova ed inclusiva

La formazione di tutti i docenti sul riconoscimento delle nuove esigenze educative è la premessa essenziale per la costruzione di una scuola inclusiva, capace di accogliere al suo interno tutte le componenti umane che si affacciano nel panorama scolastico odierno.

Il numero in costante aumento di alunni con Bisogni Educativi Speciali e altre esigenze, variamente rappresentate, reclama dunque l’applicazione di una didattica inclusiva da parte di tutti i docenti, unita ad una capacità comunicativa e alla comprensione dei bisogni individuali espressi dai singoli.

Risulta pertanto essenziale attuare una formazione trasversale di qualità, garantita per un numero adeguato di ore, continua e permanente che consenta ai componenti dei Consigli di Classe e all’intero personale scolastico di affrontare le esigenze didattiche degli alunni senza e con disabilità e l’accessibilità degli spazi e dei saperi secondo i princìpi della Progettazione Universale.

Impegnati a programmare il futuro dell’inclusione scolastica e ad attuare le riforme annunciate, prima fra tutte la formazione degli insegnanti di sostegno, i vertici ministeriali hanno di recente confermato l’impegno a revisionare il percorso formativo per renderlo effettivo e praticato a partire dai docenti in ingresso nel sistema scolastico italiano.

La formazione universitaria degli aspiranti docenti, a nostro avviso per tutti gli ordini di studi, non può non considerare come importanti lo studio delle metodologie inclusive, la comunicazione efficace e gli elementi fondanti delle relazioni nel lavoro di gruppo tra docenti e di rete nell’ambito del contesto socio-educativo.

L’inclusione, da non considerarsi come un concetto astratto da attuare solo se c’è bisogno, richiede un intervento concreto e continuo che deve riguardare indistintamente l’intero corpo docente, coinvolgere il contesto socio-educativo ed essere destinato a tutte le alunne e a tutti gli alunni senza e con disabilità presenti a scuola.

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1 COMMENT

  1. Complimenti alla Professoressa Rosaria Brocato per l’articolo esaustivo che spiega nel dettaglio il ruolo e l’importanza fondamentali di un profilo specifico di insegnante quale è quello di sostegno troppo spesso non adeguatamente compreso e sottostimato.

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